Verona-Spezia, nuovo colpo di scena: torna l’ipotesi Reggio Emilia
martedì 6 Giugno 2023 - Ore 12:05 - Autore: Staff Trivenetogoal
“La scelta della Dacia Arena di Udine per giocare lo spareggio tra Spezia e Verona è un’offesa ai tifosi spezzini e una mancanza di rispetto per la città e la nostra provincia. Queste partite valgono la storia di un club e di un territorio e la scelta del campo deve essere presa con attenzione e risultare un territorio neutro per tutti. Il percorso pone problemi di sicurezza e ordine pubblico perché c’è il rischio evidente che le due tifoserie possano incontrarsi durante il tragitto e i rapporti tra i tifosi vanno considerati. Chiediamo alla Lega Serie A di rivedere questa decisione e trovare una soluzione che garantisca equità e imparzialità». Così il sindaco di La Spezia Pierluigi Peracchini in seguito alla decisione della Lega di Serie A di scegliere Udine come sede dello spareggio salvezza fra Verona-Spezia. Adesso il nuovo colpo di scena. In seguito alle diverse lamentele la Lega sembra stia riconsiderando l’ipotesi Reggio Emilia come soluzione. Forte preoccupazione anche da parte dei sindacati di polizia. “Per gli operatori che devono garantire la sicurezza cresce la preoccupazione, già alta, per lo spareggio salvezza fra Verona e Spezia – dice alla Gazzetta dello Sport Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato – per raggiungere Udine, infatti, le tifoserie avversarie dovranno percorrere il medesimo tratto autostradale della A4, ed è altamente probabile che vengano in contatto. Definire la scelta infelice è un eufemismo. Siamo qui a dare un allarme prima di ritrovarci a commentare disperati i soliti disastri che non sono nuovi alle nostre cronache e che dovrebbero quantomeno servire per prendere decisioni quanto più ponderate possibili. L’autostrada e i suoi numerosi punti di sosta rischiano di diventare terreno di battaglia domenica, e per gli operatori di polizia il lavoro così sarà estremamente più complicato. Sarebbe ora di pensare all’incolumità di chi svolge il proprio lavoro prima di tutto, oltre che alle ovvie accortezze operative in occasioni del genere che, in Italia, ancora spesso rappresentano un barbaro scenario per i violenti di turno a cui non si riesce a rispondere con la dovuta fermezza, come ben sanno fare altrove”.
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