Triestina-AltoVicentino, França: “Ero già convinto prima della scelta fatta, e ora lo sono ancora di più!”
mercoledì 28 Settembre 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Carlos França era arrivato a Trieste per vestire la maglia alabardata con la fama di essere una macchina da gol: fama assolutamente meritata, per quanto visto finora. La tripletta di Legnago ha infatti portato già a 5 reti il suo bottino dopo sole quattro giornate. Del resto sono otto anni che il bomber sudamericano terrorizza le difese della serie D. Partito dal suo Brasile, passando per Spagna e Stati Uniti, ma soprattutto attraverso una terribile malattia vinta nel 2006 anche grazie all’apporto della sua grande fede, França ha infatti segnato sempre reti a grappoli dovunque è stato. E ora tocca ai tifosi alabardati godersi le sue qualità da superbomber. França, qual è il segreto per avere ancora questo fiuto del gol a 36 anni? “Un po’ scherzando a me piace dire che giochiamo in due e mi dà una mano Dio. Ma a parte gli scherzi, io cerco di dare il meglio sfruttando ogni occasione di gioco, dove mi vedo utile per la squadra. E l’esperienza in realtà è un vantaggio: dopo alcuni anni di serie D, con l’età si inizia a leggere certe situazioni prima degli avversari. E poi contano anche gli altri”. In che senso? “Che conta molto l’aiuto dei compagni, perché da soli non si fa niente. Guardate il terzo gol di Legnago, è frutto anche del lavoro di pressing di squadra, una cosa provata in settimana sapendo che la loro azione partiva spesso dal portiere”. Cosa si prova a segnare una tripletta? “Senz’altro per me che faccio l’attaccante è un’ottima sensazione, ma in realtà è importante soprattutto perché porta tre punti alla squadra ed è un contributo efficace per la Triestina: per questo sono doppiamente contento”. Le è successo spesso in carriera? “Alcune volte, anche se non tantissime. Comunque preferisco che magari ci sia una goccia alla volta e sempre, insomma preferisco segnare con continuità, piuttosto che due o tre triplette ogni tanto e poi invece restare a lungo a digiuno”. Insomma, sempre più convinto dalla scelta di quest’estate di venire a Trieste? “Ero già convinto prima e ora lo sono ancora di più, credo sia il posto giusto per me e la mia famiglia. Siamo contenti di essere qua, del resto eravamo venuti prima di accettare proprio per conoscere le sensazioni che ci dava la città”. E con i triestini come va? “I triestini stiamo imparando a conoscerli e a capire con sono fatti, ma non ho mai avuto il minimo problema. E comunque le persone vanno amate indipendentemente da come sono fatte”. Lei ha una grande fede in Dio: come la vivono i suoi compagni? “Loro rispettano questo mio modo di essere, anzi alcuni si avvicinano alla mia allegria anche con curiosità, per capire come vivo questa fede e anche l’esperienza che ho avuto. E io sono felice di condividere questa esperienza e la mia fede, penso che una chiamata ce l’abbiamo tutti”. La seconda chance che le ha dato Dio dopo la sua malattia, come l’ha definita lei, la sta vivendo nella maniera migliore. “Io sono sempre grato a Dio e a cosa sta facendo nella mia vita: mi ha dato una seconda opportunità e permesso di tornare a giocare, a iniziare da capo in Italia e vivere questi begli anni che per me sono un privilegio”. Tornando al campo, a inizio stagione aveva detto che i tifosi alabardati dovevano dimenticare il passato: li state aiutando a fare in fretta… “Dispiace per quello che hanno passato, noi siamo qua per fare cose nuove e farle per bene. E far si che la gente possa dimenticare gli anni bui e godere di questa stagione. Tutto passa tramite il lavoro, e va detto che la società mette tutto a disposizione per fare il meglio. Speriamo alla fine di gioire e di raggiungere gli obiettivi. I presupposti ci sono, ma il cammino è lungo e difficile: non promettiamo vittorie ma tanto impegno”. Ma si aspettava di essere già in testa dopo quattro giornate? “Era senz’altro importante partire bene ed essere lì. Ma come si dice nel calcio, e non è una frase fatta, bisogna dimenticare subito le vittorie e ripartire da zero, preparando ogni partita che ha la sua storia. E domenica arriva un Altovicentino forte, costruito per vincere: sarà dura ma siamo pronti e consapevoli delle nostre forze”.
(Fonte: Il Piccolo)
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