Legnago-Triestina, Corteggiano: “Dura giocare lì, ma andiamo convinti! E io sono pronto…”
venerdì 23 Settembre 2016 - Ore 13:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Italo-argentino, 29 anni e con già tanta esperienza in serie D prima di venire a Trieste: Guido Sebastian Corteggiano, da nove anni in Italia, prima di vestire la maglia alabardata aveva già totalizzato ben 186 presenze in categoria con Valle d’Aosta, Borgosesia, Voghera, Rapallobogliasco, Cuneo, Bra e Lecco. In questo primo scorcio di campionato è stato un po’ tormentato da qualche acciacco fisico che ne ha consigliato un utilizzo parziale, ma nel poco giocato ha già fatto vedere ottime cose. Corteggiano, come è arrivato a giocare in Italia? “Sono qui da 9 anni. Io non sapevo nemmeno che potevo fare la cittadinanza italiana avendo antenati di qui. Giocavo nella terza divisione argentina, poi mi hanno detto che a Buenos Aires facevano dei provini per chi voleva provare a giocare in Italia, spingendomi a farli visto anche il mio cognome italiano. Sono andati bene, ho fatto i documenti e da lì è nato tutto, cominciando dal Brera in Prima categoria, poi Valle d’Aosta e le altre squadre”. Contento di questa scelta di vita? “Molto, quando nella vita si riesce a fare ciò che piace è favoloso, per questo ringrazio Dio. La famiglia è rimasta in Argentina e la vado a trovare in estate e, se il mister mi darà il permesso, anche a Natale. E chissà, c’è anche l’idea di far venire mia madre una volta qui”. In queste prime settimane tanti acciacchi fisici: cos’è successo? “Ho avuto tre infortuni uno dietro l’altro, una cosa stranissima per me, non mi era mai capitato di stato tanto fermo. Mi hanno detto che potrebbe essere l’adattamento al tipo di sintetico di Prosecco, speriamo sia quello. Ho avuto prima un piccolo edema, poi uno stiramento all’adduttore e, prima della partita con il Cordenons, una contrattura al quadricipite”. Sono questi i motivi delle due panchine? “Sì, meglio non rischiare di giocarci sopra. E poi non allenandosi bene non puoi giocare, almeno io sono di quell’idea: devi avere ovviamente un minutaggio limitato”. E adesso? “Ora finalmente va meglio, questa è la prima settimana senza problemi in cui riesco ad allenarmi bene e a far girare le gambe. Ora c’è tanto da lavorare, ma io sono uno a cui piace lavorare”. Pur con un utilizzo limitato, ha già dimostrato di poter fare la differenza. “Non lo so, differenza è una parola grossa. Credo invece che è facile giocare con i compagni che ho, sono tutti forti: in tanti mi conoscono bene, sanno come mi muovo e dove mettermi la palla”. Cos’è mancato domenica per vincere? “Solo l’ultima zampata. Ma siamo tranquilli perché nonostante tutto abbiamo costruito tanto e loro non hanno mai tirato in porta. Se gli avversari ti aspettano non è facile, sono mancate un po’ di cattiveria e rabbia, ma già arrivare tante volte ai 25 metri è buono. Speriamo di rifarci a Legnago: si tratta di una trasferta difficile, è dura giocare li, ma noi andiamo convinti della nostra forza e dei nostri mezzi”. Quando si vedrà la Triestina al top? “Questa è una domanda per il mister, io mi limito a giocare”. E un Corteggiano al massimo? “Speriamo presto”. Ma questa Triestina può lottare per il vertice? “È ancora presto per dirlo, siamo ancora con le maniche corte: dovremo mettere le lunghe e poi ancora le corte prima della fase decisiva. Ma l’importante è restare lì e non mollare. Credo che il materiale per fare bene c’è, l’importante è crederci”.
(Fonte: Il Piccolo)
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