Triestina salva, Milanese: “Primo passo per ridare entusiasmo a una piazza che ha sofferto troppo”
lunedì 23 Maggio 2016 - Ore 16:30 - Autore: Gabriele Fusar Poli
«Abbiamo vinto da Triestina, evidentemente dovevamo soffrire fino alla fine». Esordisce così in sala stampa un Mauro Milanese raggiante, contentissimo dopo aver sudato in panchina per due ore in mezza ed essere andato poi a festeggiare la salvezza sotto la Furlan insieme a squadra e staff. Il primo pensiero, non può essere che per il cugino d’Australia Mario Biasin, che ha fatto le ore piccole dall’altra parte del mondo per seguire il play-out: «Mi dispiace che non sia potuto essere qui con noi, ma è come se ci fosse stato. Prima mi aveva detto “me raccomando, tegnì duro, forza muli e forza Unione”. Mi mandava in continuazione messaggi per essere aggiornato, poi è successo tutto nei supplementari. La salvezza è una soddisfazione anche per lui che ha creduto in me dal primo momento. Moralmente mi seccava dargli il dispiacere di non salvare la serie D». Il concetto che poi è più caro a Milanese di questa giornata, è quello di essere riuscito finalmente a dare una gioia ai tifosi triestini allo stadio Rocco, sfatando così quello che sembrava un tabù, quasi una maledizione: «Il pubblico da quando c’è di nuovo il marchio è tornato alla grande. Questa giornata non era solo per salvare la categoria, ma era il primo passo per ridare entusiasmo a una piazza che ha sofferto troppo. La rinascita cominciava da questo finale di campionato a rischio. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Dal 1992 da quando fu inaugurato, credo sia la prima volta che il tifoso triestino festeggia qui al Rocco. Sì, c’è stata qualche vittoria parziale e ci hanno gioito gli juventini, ma mai per i tifosi alabardati una vittoria totale. Qui i giovani non avevano mai festeggiato, ora possono farlo per la prima volta e magari in futuro dire “mi ricordo di quella volta che avevamo salvato la D al Rocco”». Per Milanese la salvezza è un traguardo raggiunto che ripaga di tanti sforzi, ma anche ovviamente un punto di partenza: «Quello che conta è aver raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo posti dall’acquisizione in poi, prima con l’assegno che aveva garantito la sopravvivenza e poi con l’asta. C’era il fondato rischio sportivo di salvare la società e non la categoria, questo significava rallentare un cammino che comunque sarebbe andato avanti, ma si buttava via un anno. Ma con l’aiuto di tutti ce l’abbiamo fatta, soffrendo come sempre, ma ce l’abbiamo fatta». L’amministratore unico passa poi a parlare della partita: «Certamente si poteva risolverla prima, facendo gol già ai tempi regolamentari o poi raddoppiando il vantaggio. Abbiamo avuto molte più occasioni noi, in quel momento dovevamo chiuderla, poi è normale subentri la paura. Ma quello che contava non era il gioco, bensì l’atteggiamento, la voglia di farcela e il risultato. E il risultato è stato ottenuto». Milanese, dopo la salvezza, comincia già a guardare avanti: «Fra le soddisfazioni c’è quella di aver rinviato la faccenda dei 3 punti di penalizzazione che avevamo ereditato. Ma siamo riusciti a spostare tutto alla prossima stagione: ora però contiamo anche di patteggiare e riuscire ad avere meno punti possibili. Ma questo è un lavoro burocratico, uno dei tanti che ci attende questa estate. Certo, come dice Biasin bisogna andare avanti pian pianino, ma i passi bisogna farli e ora ne è stato fatto uno importante. Ci sono tante cose da sistemare, nell’organigramma, nelle mansioni e in altre cose perché una società funzioni dentro e fuori dal campo. Ma si comincerà una serie D senza debiti e con la voglia di fare bene».
(Fonte: Il Piccolo)
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