Triestina-Liventina, in scena al “Rocco” il playout in gara secca: salvare la categoria per poi rifondare
domenica 22 Maggio 2016 - Ore 10:30 - Autore: Gabriele Fusar Poli
D come Dro. Una D salvata nel recupero del secondo supplementare in Trentino a pochi chilometri dal lago di Garda. Era il 24 maggio di un anno fa. Storie di spareggi. D come Dronero con una promozione in D fallita tre anni fa (poi riacciuffata con il ripescaggio) dopo un incoraggiante 1-1 in un tempestoso pomeriggio ai piedi del Monviso. Una D sfuggita al Rocco. Già, nello stadio intitolato al Paròn. Tempio monumentale (come il nome che porta) dove si sono consumati più drammi che gioie nei venti anni e oltre dalla sua inaugurazione. Ma stavolta la Triestina deve sfatare il tabù. Perché la D serve. Per il presente, per dare una gioia ai tifosi che stanno riabbracciando l’Unione. Per il futuro, perché l’unico bene reale acquistato da Biasin-Milanese in Tribunale è proprio la D. Perché un anno in Eccellenza non è una tragedia (lo dice anche il nuovo proprietario) ma smorzerebbe un entusiasmo che, dopo mesi anzi anni di stenti, si sta facendo faticosamente strada. E soprattutto una retrocessione costerebbe un ritardo pesante a un progetto di risalita e toglierebbe dal budget almeno mezzo milione di euro che invece andrebbero investiti per rinforzare la società e la squadra. In campo c’è da affrontare la Liventina. Una formazione da non sottovalutare ma che è una delle squadre più deboli del lotto. Ben più difficile sarebbe stato confrontarsi con il Montebelluna (e fuori casa). Ma la ruota della fortuna una volta tanto è stata magnanima con l’Unione che sul campo, quanto a risultati, nell’ultimo mese ha fatto davvero poco. Della fortuna non bisogna abusare. I ragazzi dovranno essere determinati senza perdere la testa, Bordin in panchina dovrà essere lucido. Sugli spalti si prevede il pubblico delle grandi occasioni (inizio alle 16, dirige il fischietto romano Domenico Fontemurato). Hanno aspettato tanto (anche troppo) per rientrare nel loro stadio. Otto mesi nei quali il gruppo è stato rimodellato tre-quattro volte sotto la guida di più mani (Masitto, Lotti, Roncelli, Doardo e infine Bordin) anzi quasi sempre indebolito e lasciato al suo destino da un simulacro di scoietà (a parte gli ultimi due mesi). E l’epilogo finale affidato alla roulette dello spareggio è già grasso che cola anche se si poteva, anzi si doveva, evitare. Otto mesi (non per tutti i tifosi) di digiuno nei confronti di una squadra svestita del marchio. Prima aspettando la cacciata di Marco Pontrelli, poi attendendo il pronunciamento definitivo del Tribunale. La prevendita dei ticket ha avuto un buon successo con 2 mila tagliandi staccati. Probabile che allo stadio si arrivi a quota quattromila. Un boom per un match di serie D. Comunque oggi le biglietterie dello stadio apriranno in anticipo alle 14.30 (12 euro in tribuna, curva a 10 euro. Per gli under 10 ticket gratuito). La, prevendita proseguirà dalle 9 alle 12 nella sede del Centro di coordinamento. Il fattore 12 dunque sarà assicurato. Un’assicurazione tuttavia che non è servita in occasione del derby con l’Ufm nel quale l’Unione si è gettata nella fossa dei play-out incapace di difendere in superiorità numerica un vantaggio davanti a quattromila suoi fans. Un risultato che oggi contro la Liventina (in virtù del miglior piazzamento della Alabarda grazie alla classifica avulsa) farebbe esultare i tifosi. Un pareggio che tuttavia la Triestina deve raggiungere senza pensarci come dice Roberto Bordin. Ma anche senza lasciarsi distrarre da un atteggiamento troppo aggressivo che ha dimostrato di non essere capace di gestire. In fondo per mantenere questa benedetta-maledetta quarta serie e pensare a una prossima stagione se non esaltante almeno normale, basterebbe difendersi con l’appoggio della Curva e del Rocco. Difendiamola.
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