Chievo-Juventus, Sorrentino: “I bianconeri mi bocciarono a 18 anni, ma fu la svolta…”
giovedì 3 Novembre 2016 - Ore 11:20 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Il Chievo nel destino. «Chiuderò qui». La Juventus all’orizzonte e nello specchietto. «Mi bocciarono a 18 anni: paradossalmente, fu la svolta». Higuain nell’archivio. «Mi segnò il suo primo gol col Real Madrid». E un retroscena, inverno scorso, ai tempi in cui Palermo s’allontanava e il ritorno al Chievo, cioè «il mio tarlo perché m’ero lasciato troppo male», diventava idea percorribile: «A gennaio m’aveva contattato l’Hellas, ma non sarei mai potuto andarci». Anni 37, tornato fra i pali della Diga quest’estate (con un triennale) dopo averli protetti dal 2008 al 2013, campano ma torinese d’adozione, Stefano Sorrentino gioca domenica contro la Signora la sua 272esima partita in A e la 175esima col Chievo. Arriva la Juve, Sorrentino, ed è quella Juve che a 18 anni la scartò perché, secondo Madama, lei non aveva futuro… «Mi prospettarono la Saviglianese, in Eccellenza, provincia di Cuneo. Giocavo in Primavera, studiavo da geometra. Sei giovane, ti dicono così e magari ti auto-convinci che sia vero. Pensai di smettere e continuare con gli studi. Poi dall’oggi al domani mi chiamò Gigi Gabetto, capo del vivaio del Torino. La Juventus mi lasciò libero. E col Toro ci avrei esordito in A (16.12.2001, ndr)». La morale di questa storia qual è? «Che a volte una bocciatura può essere una fortuna. Restando alla Juventus, magari, mi sarei perso. Quel no, visto da qui, è stato la svolta della mia carriera». Quella che bussa al Bentegodi è la Juventus di Higuain… «Lui, Ibra, Totti, Del Piero, i campioni vedono ciò che altri non riescono a vedere. Higuain prende palla di spalle, pensi “non può fare nulla”, invece anche di spalle sa dov’è la porta, si gira e te la mette all’incrocio. Da portiere devi cercare di anticiparne le intenzioni. Cosa curiosa: l’anno scorso, in Napoli-Palermo, gli ho ricordato che il primo gol in Spagna l’aveva segnato a me, Real Madrid-Deportivo Huelva, 2-0. Se lo ricordava anche lui».
[…]
(Fonte: Corriere del Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
Commenti
commenti