Udinese-Chievo, Maran: “Il momento più bello della stagione? Magari deve ancora venire…”
mercoledì 13 Aprile 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
È stato perfetto. E se ne sono accorti in molti. Rolando Maran ha proiettato il Chievo in una dimensione diversa. Più consapevole, più maturo, più solido quasi con naturalezza. Semplicemente più forte, persino insaziabile e cinico come non era mai stato prima. Tanto da rimandare, per di più al Vinitaly, il brindisi di fine annata. Anche se Maran ha già pronta la bottiglia giusta e le parole. «Ci vorrebbe un bel Recioto, quello giusto per festeggiare una salvezza ottenuta così in anticipo e per farci guardare avanti perché abbiamo voglia di continuare a fare bene. È stata un’annata in cui il Chievo ha avuto una continuità che ha portato la sostanza dei punti ed una classifica che ci premia nel modo migliore. Il campionato è stato sopra le righe, ma ce lo dobbiamo godere fino in fondo e alimentarlo il più possibile».Che dirà a Campedelli prima di brindare con lui?«Che deve essere orgoglioso di questa squadra, il presidente è il vero artefice di tutto».Il Chievo ora non s’accontenta più perché ha acquisito il carattere di Maran?«Superarsi ogni giorno, o almeno provare a farlo, è nella mia mentalità. La squadra il messaggio l’ha recepito, anche se quest’alchimia ben calibrata è nata spontaneamente pure fra i ragazzi. Nessuno vuole lasciar nulla al caso. Come voglio io, come vuole la società».Maran come si immagina su una tela di Milo Manara? «Io in un grande rettangolo verde, la mia vita d’altronde è sul campo. Manara saprebbe benissimo cosa fare».Quanti leader ha il Chievo?«La squadra è il leader, perché al Chievo sono davvero tutti importanti».Può dire già oggi che resterà?«Nel calcio può succedere tutto o niente, a me fa piacere che venga gratificato anche il mio lavoro così come quello dei giocatori. Quando fai bene è normale che qualche situazione possa venir fuori, ma questo non preclude nulla del mio lavoro. Che deve continuare».L’estate scorsa quanto ha riflettuto quando l’occasione è arrivata?«Sinceramente non più di tanto, ci ho pensato il necessario così com’era giusto che fosse. Niente di più».Dovrà farlo anche quest’estate…«Questo non lo so, non è qualcosa che posso sapere ora».L’ottavo posto è un mezzo sogno? «Già raggiungere la salvezza era difficile, farlo con largo anticipo un’impresa, ora vogliamo continuare. Quel che ci spetta da qui alla fine lo dirà il campo. Importante sarà andare al massimo fino in fondo. Abbiamo il vantaggio di una continuità di lavoro importante, un valore aggiunto che nasce dalle convinzioni della società e che ti permette sempre di tirar fuori il meglio. In questo al Chievo sono dei maestri».Come ha ragionato nel momento in cui ha dovuto fare i conti con tante assenze?«Ho cercato prima di tutto di non lamentarmi. Fossi stato io il primo a farlo sarebbe stato come un segnale di resa. E non doveva essere così».Sensazioni al gol di Pellissier al Carpi?«Pellissier è uno che non sorprende mai, un «uomo Chievo» come ha dimostrato tante volte. Felicissimo che sia stato lui a sancire la nostra vittoria contro il Carpi, gliel’ho anche detto. Meritava una soddisfazione così. Gli mancano quattro gol per tagliare il traguardo dei cento in Serie A, mi auguro ci arrivi presto. Sarebbe il giusto coronamento della sua grande carriera».Con Rigoni, Inglese, Seculin e Costa è già nato il Chievo di domani?«Assolutamente sì, il percorso di una squadra deve essere secondo me in continua evoluzione. Per il Chievo è certamente così. Bisogna sempre guardare avanti».Il momento più bello della stagione?«Vorrei dirlo alla fine del campionato, quando chiuderemo i battenti. Magari il più bello deve ancora venire».
(Fonte: L’Arena)
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