Chievo-Palermo, Nicola Rigoni: “Ero ‘il fratello di Luca’, ora mi sono fatto conoscere. E adesso…”

martedì 5 Aprile 2016 - Ore 10:30 - Autore: Gabriele Fusar Poli

La storia si ripete. Nicola segna e Luca risponde. I fratelli Rigoni vanno gol sempre in combinata. E stavolta è festa completa. Vince il Chievo, vince il Genoa. E per Nicola la rete porta pure punti. Il momento è magico. La salvezza in tasca. E a casa Rigoni si balla. Nicola, c’è un feeling particolare tra i fratelli Rigoni «Per noi è un’altra domenica speciale, abbiamo fatto gol entrambi un’altra volta. Speriamo che da qui alla fine del campionato ci siano altre domeniche così».Cosa vi siete detti lei e Luca? Perché Paganini non ripete, ma i Rigoni sì«Ci siamo detti le solite cose. Io gli ho fatto i complimenti perché ha segnato un bel gol, lui ha ricambiato».Il suo gol ha contribuito a portare punti. La salvezza può considerarsi cosa ormai fatta?«Personalmente sono molto contento perché ho segnato un gol importante, un gol che ha sbloccato una partita ancora più importante. Il nostro obiettivo è sempre più vicino e di questo non posso che essere felice».Siete addirittura ad un passo dall’ottavo posto. Alla società porterebbe un beneficio economico, per voi sarebbe un ulteriore salto di qualità«Non ci nascondiamo, il nostro obiettivo adesso è quello di finire il campionato il più in alto possibile. Siamo vicini alla Lazio e proveremo a sorpassarla. Ci sono ancora tante partite da giocare e tanti punti ancora in ballo. Noi ci crediamo».Una volta si parlava di lei come ‘il fratello di Luca’, perché comunque lui aveva fatto un percorso importante. Adesso bisogna parlare di lei, punto. «Sì, hanno sempre parlato di me come ‘il fratello di Luca’. Io però sono riuscito a farmi conoscere. Anche se ho sempre detto che sono molto orgoglioso di Luca, per quello che ha fatto e per chi è».Quale può essere il passo successivo nel suo percorso professionale?«Non mi pongo obiettivi, se non quello di migliorarmi sempre di più”.Tempo fa suo papà (che allena in Promozione) ci aveva detto che lei e Luca potreste giocare insieme, che in campo siete compatibili.«Penso che per lui sarebbe il massimo vederci giocare assieme. Ma non so se sia davvero fattibile».Com’è suo papà come allenatore?«Io lo definirei un piccolo Zeman, lo Zeman dei Dilettanti. Molti giocatori hanno paura di lui, specialmente ad inizio anno, perché ha la fama di essere uno che li fa correre tanto».Lo vorrebbe come mister?«No. Penso sia già difficile così: ogni domenica mi rimprovera sugli errori che commetto e su quello che non eseguo al meglio. Credo che come allenatore non lo sopporterei».In quale aspetto vorrebbe che lei migliorasse?«Lui dice sempre che è la personalità che differenzia i giocatori. In questi anni mi ha spronato molto ed io penso di essere molto migliorato sotto quest’aspetto».Chi le ha dato i consigli migliori per diventare quello che è?«Alla base di un giocatore sta la fiducia del proprio mister. Quest’anno Maran me ne ha data tanta, perché da ultimo arrivato mi ha fatto giocare praticamente quasi sempre. Ho la fortuna di essere inserito in un ambiente che permette a tutti di lavorare serenamente e di migliorarsi. Ecco perché gran parte del merito va anche ai miei compagni, mi hanno sempre messo nella condizione di potermi esprimere al meglio e mi hanno dato consigli sempre positivi».I messaggi della mamma sul telefonino sono arrivati anche questa volta?«No, ha preso la macchina e me la sono trovata direttamente sotto casa, qua a Verona. Era molto emozionata, forse ancora di più dell’altra volta. È tanto che non mi prepara un buon tiramisù, credo di essermelo meritato».

(Fonte: L’Arena)

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