Chievo, sei gol in amichevole: è di Pellissier il primo gol
lunedì 11 Luglio 2016 - Ore 14:35 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Sei gol per cominciare. Il Chievo rifiata per un pomeriggio dopo sette allenamenti belli tosti, raccoglie l’abbraccio della gente, continua a rispettare il programma del ritiro racchiuso nel prezioso libricino nelle mani dello staff. Le facce sono le stesse, tranne quella di Sorrentino e di tanti giovani. La volenterosa e organizzata Rappresentativa del Trentino fa quel che può, guidata da Floro Maran fratello di Rolly che in campo vede sgambettare anche il figlio Gianluca.Il Chievo s’è rifugiato ai 735 metri di Brentonico, angolo di Trentino stretto fra promettenti vigneti e antiche stradine. Cielo grigio, la pioggia va e viene ma sparisce proprio mentre i tifosi, un migliaio, s’accomodano sulla tribunetta circondata dal verde che fa da sottofondo ad uno scenario da cartolina. Passa un tifoso con la maglia numero 69 di Meggiorini, arriva uno con la 23 di Birsa, sfila anche l’arbitro Fabrizio Ciamarone che prima di questa li aveva diretti tutti gli esordi del Chievo in Serie A. La carta d’identità dei giovani del Trentino spazia dai trent’anni dell’evidente fuoriquota Leonardo Dellai ai sedici di Franco Maestri, in porta nel secondo tempo. Nel primo Chievo della stagione non c’è Dainelli, al lavoro però prima della partita. Nessun contrattempo, l’infortunio ai legamenti di aprile suggerisce però ancora un po’ di prudenza prima di affondare nei contrasti. Non c’è nemmeno Floro Flores, che si trascina un vecchio fastidio a un tendine già dal finale della passata stagione. A guardare resta pure l’affaticato Troiani, Maran per stavolta fa a meno di Bressan e Confente, terzo e quarto portiere. Tranne Sardo per Dainelli l’undici di partenza assomiglia al Chievo titolare. Quello di sempre.SOLITO SPARTITO. Birsa su punizione (6′) scalda le mani di Lippi, Pellissier pressa forte come se fosse uno della Primavera che deve conquistarsi le attenzioni del mister. Applicazione totale, il solito esempio. Chapeau. Il muro della Rappresentativa del Trentino crolla al 12′: Dossi stende Inglese in area e Pellissier dal dischetto allarga il piatto alla sua destra. Il primo gol è suo, anteprima dei due che gli mancano per i cento in Serie A. Maran sorride (19′) quando l’erede Gianluca sulla sinistra ingaggia un duello in velocità con Sardo che non può evitare di affondare la scivolata. Sul campo non si guarda in faccia nessuno, giusto così. Si gioca in un bel silenzio, rotto dal rombo di un improvvisato centauro che sfrutta il terreno in saliscendi per dedicarsi ad un brevissimo slalom di motocross. I ritmi sono blandi, Sorrentino con la 70 sulle spalle guarda da lontano il Chievo manovrare seguendo gli abituali corridoi che trovano sbocco soprattutto a destra da Castro e in mezzo da Birsa verso la porta che dà le spalle alla vicina frazione di Saccone. Inglese ci prova un paio di volte, al 33′ di testa sfiora il raddoppio sul servizio morbido di un ispirato Hetemaj. Si corre e si cammina, per l’intensità ci sarà tempo. Pellissier prosegue nel suo moto perpetuo perché la sua striscia di due anni di allenamenti senza saltarne nemmeno uno deve continuare. Gli altri gli vanno dietro. Da circoletto rosso una sventagliata di Rigoni, come l’inzuccata di Inglese (38′) che al terzo tentativo la mette nell’angolo lontano sfiorando il giusto la palla liftata da Birsa. Lovison manda tutti negli spogliatoi, un ragazzino con la maglia ufficiale del Chievo crede che sia finita la partita. Invece è solo l’intervallo.POKER DI FIRME. Quelli del primo tempo si dissetano con una fetta d’anguria davanti al presidente Campedelli e al diesse Nember, seduti all’ingresso degli spogliatoi col direttore degli affari generali Faccioli. Bel clima, ma nel calcio di luglio ci sono solo sorrisi. Maran sostituisce tutti, il Chievo trova subito (2′) il terzo con Jallow che entra in porta con la palla. Cacciatore (9′) si mangia il quarto tutto solo davanti a Maestri, Gamberini (13′) di testa sfiora il gol sull’angolo di Radovanovic che al 24′ calcia fuori dalla distanza. Damian (26′) coglie il palo esterno dopo uno slalom di qualità, Cacciatore (40′) si aggiunge al tabellino dei marcatori col suo classico tap in arrivando da dietro. C’è spazio (42′) per il rasoterra di Miranda che vale il quinto sigillo e per il numero (45′) di Meggiorini, con tanto di sombrero a Maestri e appoggio in rete di coscia. Applausi. Ma dalle nove e mezza di stamattina le finezze lasceranno il posto nuovamente alla fatica vera.
(Fonte: L’Arena)
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