Mercato Chievo, Sardo rinnova per un anno: “Sono strafelice, e punto alle 200 partite in A…”
mercoledì 8 Giugno 2016 - Ore 13:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Centocinquantasette partite condite da otto gol (alcuni dei quali memorabili); otto come le stagioni trascorse finora con la maglia gialloblù addosso, talmente appiccicata da averlo già virtualmente collocato tra le bandiere della società. L’ennesima.A dispetto dell’età che avanza inesorabilmente – e a dispetto di una quota di presenze rimasta nel corso dell’ultima stagione sotto la doppia cifra – Gennaro Sardo e il Chievo rilanciano.C’è l’intesa, c’è la firma. C’è insomma il rinnovo tra il giocatore e via Galvani, ancora insieme. Almeno fino al 30 giugno 2017, data della prossima scadenza: «Felice? Direi proprio di sì», le dichiarazioni rilasciate al sito ufficiale del Chievo, «perché come ho detto anche in passato questa società me la sento anche mia. Abbiamo fatto otto anni e centrato salvezze belle, alle volte anche miracolose. Sì, sono strafelice di continuare la mia avventura al Chievo Verona».FEELING TOTALE. La permanenza di Sardo a Veronello e dintorni era nell’aria. Perché il feeling con l’ambiente è totale. Ed il sentimento – reciproco – va oltre il campo. Pure oltre il campionato. Gennaro Sardo è esempio. Dentro e fuori dal rettangolo di gioco. O, come ama ripetere anche Luca Nember, è personaggio prezioso a prescindere, vero punto di riferimento anche all’interno dello spogliatoio.Lui conosce le dinamiche di casa Chievo, lui è interprete fedele dello spirito guerriero della squadra della Diga. Lui sa come si accolgono e si indottrinano i nuovi arrivati. Perché all’interno di una famiglia come quella di Luca Campedelli e di Rolando Maran i fratelli maggiori hanno da sempre ruolo di notevole, riconosciuta responsabilità. E lui è uomo ovunque, ancora capace di graffiare come terzino – anche se il passo è un po’ meno prepotente rispetto a qualche anno fa – e di alzare il muro in mezzo alla difesa, dove si è trovato a operare nell’ultima stagione.Ma Sardo è anche uno che in allenamento sa trascinare il gruppo. Uno di quelli che spreme le sue energie al centodieci per cento perché in Serie A nulla si improvvisa, anche quando la partita della domenica si tratta soltanto di prepararla: «Non so se questo è uno dei segreti del Chievo», sorride il difensore campano. «So però quello che dicono i fatti. Cioè che anche gente che magari ha giocato poco, o ha giocato meno, come il sottoscritto o come Pellissier, durante la settimana dà l’anima. Io», aggiunge Sardo, «sono sempre del parere che se tu ti alleni bene fai allenare bene anche gli altri. E questa è tutta una catena che porta ai risultati che si sono visti anche quest’anno»GLI OBIETTIVI. Altro giro altro torneo dunque. E magari altro gol da tramandare agli almanacchi.Dettaglio non proprio banale per uno che quando la mette in porta difficilmente si accontenta di soluzioni banali. Nè di vittime banali.Perché nel suo score in gialloblù ci sono per esempio due centri contro la Juve (uno ancora vale l’unica, storica vittoria del Chievo sui bianconeri, quella targata gennaio 2010), altri due contro il Napoli, un altro paio alla Fiorentina.Solo un centro inutile (il primo alla Viola) perché nelle altre sette occasioni sono sempre arrivati punti, in alcuni casi pesantissimi: «Sì, tanti mi ricordano che gol ne faccio pochi ma belli. Ma al di là di quello penso che ho chiuso l’ultima annata con 199 partite in Serie A e mi piacerebbe a questo punto, con la nuova stagione, arrivare a duecento», sospira Sardo.Senza naturalmente dimenticare gli imprescindibili – e prioritari – traguardi di squadra: «L’anno prossimo è importante che ripartiamo con la stessa mentalità per portare a termine un altro campionato come quello che abbiamo fatto quest’anno», l’impegno. Che è anche il migliore degli auspici.
(Fonte: L’Arena)
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