Italia-Moldova 2-0, Spalletti saluta con una pallida vittoria: ora la speranza Ranieri per evitare il terzo Mondiale fallito
lunedì 9 Giugno 2025 - Ore 22:39 - Autore: Giulio Pavan
L’Italia batte la Moldova 2-0 nella seconda gara del girone di qualificazione ai Mondiali, ma il successo non cancella la vergogna della sconfitta con la Norvegia né risolve i problemi strutturali di una Nazionale che continua a faticare contro avversari modesti. Al Mapei Stadium la squadra di Spalletti parte con il freno a mano tirato, impiega 40 minuti per trovare il vantaggio con Raspadori e raddoppia in apertura di ripresa con Cambiaso, ma per il resto offre una prestazione piatta, confusa e povera di idee. La Moldova, tutt’altro che arrendevole, sfiora il gol più volte: al 10’ la rete di Nicolaescu viene annullata dal VAR per fuorigioco, poi Donnarumma e Dimarco devono salvare sulla linea e con i pugni due conclusioni pericolosissime. Gli Azzurri controllano il pallone ma non il gioco. La manovra è lenta, prevedibile, scolastica. I centrocampisti sbagliano appoggi semplici, la difesa traballa e in avanti Retegui non si accende mai. Frattesi si muove tanto ma spreca molto, Orsolini alterna spunti a vuoti prolungati. Ranieri, uno dei pochi a salvarsi, colpisce una traversa e si infortuna nel finale, lasciando il campo tra gli applausi. E proprio Ranieri, Claudio, non Luca, è il nome che torna con insistenza attorno alla panchina azzurra. Dopo il tracollo con la Norvegia e una vittoria che lascia più dubbi che certezze, la Spalletti lascerà la guida tecnica con un progetto che non decolla, l’identità di gioco resta un miraggio, e la sensazione è che serva una figura d’esperienza e concretezza per evitare un’altra esclusione dal Mondiale. I tifosi capiscono che questa Italia non ha ancora un’anima. E non basta battere la Moldova per ritrovarla. Serve molto di più: serve una guida solida, serve una scossa. E quella scossa potrebbe chiamarsi Ranieri. Il tempo degli esperimenti è finito. L’Italia ha bisogno di certezze. E la vittoria di oggi, per quanto utile, non lo è affatto.
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