Mestre, Serena: “Le mie porte sono aperte. E tutti mi dicono “Finalmente siete tornati”. Però…”
lunedì 27 Marzo 2017 - Ore 20:24 - Autore: Alessandro Andreani
Presidente Serena, innanzitutto una sua opinione circa la partita di ieri, vinta 3-0 a Tamai. Al di là del risultato senz’altro tondo, quali sono state le sue impressioni?
“La dice lunga il fatto che, nelle pagelle pubblicate dai quotidiani, il nostro portiere è risultato “senza Voto”, ma al di là di questo non ha fatto alcun intervento. Personalmente ho visto una squadra attenta, concentrata, che ha fatto pochissimi errori, quindi matura per proseguire e perseguire gli obiettivi della stagione, che credo ormai siano abbastanza chiari”.
L’emozione nei confronti del Mestre sta crescendo, anche per le numerose vittorie che state collezionando.
“Le vittorie aiutano molto ad avvicinarsi ed amare questa squadra, che a detta di tutti, anche degli addetti ai lavori, sviluppa un buon calcio. Il che contribuisce a riscoprire questa squadra, questi colori storici. Fa piacere e credo che anche il ritorno allo stadio Baracca abbia la sua importanza. Anche domenica prossima, in cui abbiamo il derby con la CalviNoale, speriamo di vedere uno stadio bello pieno”.
A proposito: quella contro la CalviNoale si preannuncia come una partita non priva di insidie.
“Non ci sono partite facili, anzi mi fa più “paura” quella di domenica che non quella con la Triestina, perché contro la Triestina è facile trovare motivazioni, mentre contro la CalviNoale troveremo una squadra diversa dal girone d’andata, rinforzata specie nel reparto offensivo, inoltre sarà affamata di punti per la salvezza. Sarà una partita chiave per noi, per questo campionato, come la domenica successiva a Belluno, in modo tale da arrivare all’incontro con la Triestina con almeno lo stesso distacco. Per ora, concentriamoci, come dice il Mister, su una partita alla volta. Come tutti i derby, quello di domenica prossima riserverà sorprese, spero non negative per il Mestre. Ma sarà un “derby” anche tra amici, perché sono amico d’infanzia con il Presidente ed il ds, quindi le motivazioni saranno sia in campo che fuori” .
Che cosa pensa del fatto che l’attesissimo derby con la Triestina si giocherà il giovedì alle 15?
“Sarebbe stato bello, per lo spettacolo e per il pubblico, disputarla in orario serale, ma prendiamo buono ciò che è stato fissato. Già il rientro al Baracca è stato importante per noi, come società, città e tifosi, poi chiaramente è una struttura sportiva nei confronti della quale tutti siamo in rodaggio e dobbiamo prendervi dimestichezza. Quindi forse anche per questo si è tenuto conto che l’orario serale poteva riservare condizioni di sicurezza più critiche. Io non lo credo, ma mi rendo conto che, se ci sono state indicazioni alle Forze dell’Ordine, di preferire l’orario diurno, probabilmente ci sono motivi che non sta a me giudicare se siano fondati o meno. Io sono abbastanza sereno, i tifosi triestini secondo me hanno dimostrato, anche all’andata, di essere carichi come il Mestre ma non ho visto incidenti, e conto di non vederne neanche giovedì 13 aprile. Peccato quindi per l’orario, nessuna polemica ma spiace per i tifosi, perché in molti lavorano a quell’ora, ma rispettiamo le necessità e la logistica della città, perché il Baracca, essendo com’è noto in centro città, ha criticità particolari. Rispettiamo i consigli ed i suggerimenti delle Forze dell’Ordine. La società cercherà sempre di curare gli interessi di tutti. Noi siamo per il quieto vivere e invitiamo sempre le famiglie a venire allo stadio, e che sia in sicurezza ed allegria, possibilmente con un Mestre vincente. Questa sarebbe la ciliegina sulla torta”.
Secondo alcuni rumors, ci sarebbero due imprenditori che potrebbero affiancarla la prossima stagione, in caso di promozione in Lega Pro. Lei conferma o smentisce?
“Non posso smentire una cosa che non c’è. Lo apprendo da Lei, ma non ho contatti con nessuno, non ho cercato nessun imprenditore; io semmai ho affermato semmai, a 360%, ma non tanto in prospettiva della Lega Pro, che siamo in una città importante, da 200.000 abitanti, come Mestre, in cui io, ad oggi, non ho avuto nessuno, del tessuto territoriale, imprenditoriale, sociale mestrino, nessuno che si sia proposto di sostenere la squadra e la società. Mi riferisco a ciò che potrebbe essere uno sponsor, non necessariamente un socio. Come ho sempre detto, il Mestre non appartiene a Stefano Serena, il quale fa parte di un periodo in cui credo di aver fatto qualcosa, specie per il settore giovanile, partito da zero, di una società ed una squadra che è cresciuta in modo esponenziale, perché in due anni e mezzo “rischiamo” di trovarci tra i professionisti, un salto importante, a livello di esperienza per me, e sono consapevole della difficoltà di gestione, non solo meramente economiche. Come una vera azienda che ha molti collaboratori e dipendenti, e doverli organizzare in un settore come quello del calcio non è facile. Quindi, ben vengano persone, industriali, professionisti, che vogliano sostenere il “Progetto Mestre”. Io sono un imprenditore di vedute ampie e non penso al mio orticello come una cosa sua. Mi sono preso l’onere di ridare alla città lo stadio Baracca, cosa complicata per molti aspetti. Ho preso una squadra, anzi in realtà tre, per riportare a questa maglia blasonata, a questi colori storici, a questa città, a questa piazza importante come Mestre, che è la decima città in Italia e la terza in Veneto per numero di abitanti, a calcare una categoria, un campionato che come minimo gli spetta. I risultati della squadra di quest’anno ci possono portare meritatamente alla vittoria finale e ad accedere alla Lega Pro, quindi ben venga se ci sono imprenditori, professionisti, industriali del tessuto sociale mestrino e dell’hinterland, che abbiano voglia, insieme a me, di condividere un progetto che, un po’ per la mia ambizione, un po’ per il progetto per com’è stato pensato e studiato, ha bisogno di mani e braccia forti. Ribadisco che Stefano Serena è una parentesi, spero positiva, per tutto quello che può essere la questione relativa ai risultati sul campo che quella dei risultati della società. Io ho lavorato molto, e voglio sottolinearlo, in questi anni – forse per questo non mi sono mai dedicato a pensare di coinvolgere qualcuno che potesse darmi una mano – mi sono dedicato fondamentalmente a dare credibilità ad un progetto, ad una società che per troppi anni si è sbugiardata, e che è sparita dal palcoscenico calcistico. Sono andato anche a Roma di recente, ed alcuni dirigenti federali mi hanno detto: “Finalmente il Mestre è tornato!”, dopo tanti anni in cui il Mestre era sparito. Sono cose che danno soddisfazione, ma con la soddisfazione da sola non si va da nessuna parte. Ci vogliono cose concrete, un progetto serio ed affidabile, ed a questo mi sono dedicato in questi due anni e mezzo, più di ogni altro, per creare una società solida, che sia in grado di andare avanti con le proprie gambe, a prescindere che ci sia Stefano Serena presidente. Riguardo ai rumors sugli imprenditori che vogliano affiancarmi: li conosco solo ora, non ne sapevo nulla. Lo dico non perché siano cose che so e non voglio dirlo, ma perché è la verità. Io, peraltro, non ho un passato tra i calciatori. Io ragiono con questa società in maniera molto trasparente, la affianco come una mia azienda qualsiasi, e ragiono con queste dinamiche, non certo con quelle di una squadra, di una società di calcio, che sappiamo benissimo essere particolari. E questa, il Mestre appunto, non è una società particolare, è una società molto trasparente. Ed io, in maniera altrettanto trasparente, non ho necessità di bleffare nel dire o nel non dire, nel dare o nel non dare una risposta ad una domanda. Io risponderò sempre in maniera precisa, puntuale, e soprattutto veritiera”.
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