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Verona-Juventus, Toni lascia col ‘cucchiaio’ su rigore: “Serata perfetta, la ricorderò per sempre!”
lunedì 9 Maggio 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Il finale più bello. Quasi fosse scritto da un regista per celebrare la chiusura di uno dei campioni più grandi del calcio italiano degli ultimi vent’anni. Nessun film però potrebbe restituire le emozioni di chi era al Bentegodi ad applaudire Luca Toni. In piedi, a vivere momenti che parevano non finire e da consegnare alla storia del pallone. Sembrava un finale scritto da chi voleva regalare al capitano gialloblù la passerella adeguata ad un giocatore del suo livello. Invece era realtà, così bella che neanche lui era riuscito a sognarla così.Troppe emozioni in quegli applausi, troppe emozioni in quelle lacrime di un campione di cui tutto il calcio nazionale sentirà la mancanza. «Non era facile non emozionarsi in una serata del genere, è stata perfetta», la voce è ancora rotta, gli occhi sembrano andare a cercare il gialloblù delle bandiere del Bentegodi e gli applausi di tutta la gente in piedi per lui. «Momenti incredibili, anche più belli di come me li ero immaginati». Con il riconoscimento ricevuto da Setti prima della partita assieme alla sua famiglia, con l’ultimo gol della carriera segnato addirittura con il cucchiaio, con la vittoria sulla Juve e soprattutto con uno stadio intero lì per lui.«Attimi pieni di gioia e con un velo di tristezza, per come è andata con il Verona e perchè si chiude una parte fondamentale nella mia vita. Il calcio regala sentimenti anche molto contrastanti, ma così grandi e belli che sono difficili da descrivere con le parole. Questa serata me la ricorderò per tutta la vita, sono contento di averla vissuta qui a Verona e con questa gente». Il pensiero torna al momento del rigore, l’ultimo della sua carriera. «Non sapevo bene dove tirarlo, ero indeciso se a destra o sinistra» un attimo di silenzio, quasi ad andarsi a riprendere quel momento davanti alla curva sud in cui stava per segnare l’ultimo gol di una straordinaria carriera, «mi sono detto dai, proviamo a fare il cucchiaio, al massimo anche se sbaglio non può succedermi molto, ormai non giocherò più e non ho niente da perdere» scherza e sorride, prova a mascherare l’emozione che è ancora fortissima. La palla in rete, lo stadio in festa ad omaggiare uno dei più grandi del calcio italiano degli ultimi anni. Tutti in piedi ad applaudire l’ultima apparizione sul campo di Luca Toni.«Nessun ripensamento, era giusto smettere ed ora iniziare a pensare a qualcos’altro, è stato stupendo tutto: la settimana, la domenica piena di emozioni, ma ora mi fermo». Non smette però di ringraziare quella gente che ha scritto anche «Toni vicesindaco», regalandogli l’accostamento a Elkjaer, l’altro bomber che ha lasciato il segno per sempre nei cuori gialloblù. «Ho finito le parole per questi tifosi, sono in debito con loro per questa annata e per questa retrocessione» continua lasciando ampi spiragli per il futuro, «mi incontrerò con il presidente per capire se ci sono i presupposti per andare avanti. Mi piacerebbe rimanere per provare a saldare il debito e contribuire in qualche modo a riportare l’Hellas in serie A dove merita di stare».Quello di Toni con il Verona è un matrimonio destinato a durare, almeno nelle intenzioni dell’attaccante gialloblù. «Se avremo le stesse idee ho voglia di continuare la mia avventura qui anche se in altre vesti, lo farò più che volentieri: non smetterò mai di ripeterlo, questa città, la sua gente, i tifosi, devono tornare in serie A». Poca voglia anche di guardare indietro. «Quando retrocedi ci sono tante cose che non vanno, abbiamo sbagliato alcuni match decisivi in casa e il rammarico c’è per tante situazioni. Credo che debba essere bravo il presidente a ripartire con entusiasmo», magari lui sarà al suo fianco, «per ridare fiducia a tutto l’ambiente e cercare di risalire subito. Nel calcio ci stanno le annate difficili, ma quando arrivano bisogna avere la forza per ripartire, il Verona lo merita. Il mio ruolo? Lo ripeto ancora, non c’è nessun accordo, ma solo la voglia di incontrarsi e capire se ci sono le basi per proseguire insieme. Cosa fare? Non lo so davvero, intanto imparare perchè fuori dal campo sono solo agli inizi. Poi vedremo, di certo se ci sarà la possibilità resterò qui. Per provare a risalire subito tutti insieme dove Verona merita di stare».
(Fonte: L’Arena)
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