Chievo, Dainelli e Gamberini rinnovano: “Questa è la nostra seconda casa!”
giovedì 5 Maggio 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Prendete l’affidabilità tecnica, le virtù tattiche, l’energia, il senso di appartenenza: basteranno due colpi di shaker e vi troverete, mirabilmente servita, la ricetta del rinnovo. Almeno quella dei rinnovi di Dario Dainelli e Alessandro Gamberini, che ieri hanno annunciato – assieme al presidente Campedelli – l’atteso prolungamento della loro storia al Chievo. Il «Daino», 37 anni tra un mese, ha firmato fino al giugno dell’anno prossimo. Il suo compagno di reparto, sponda fedele già ai tempi della Fiorentina, che ad agosto di anni ne compirà 35, si è invece legato fino al 2019. Luca Campedelli ha voluto fare un investimento preciso sui giocatori e sugli uomini. Alla faccia dell’età, calcisticamente non proprio verdissima: «Questi sono ragazzi che hanno dato e stanno dando ancora tanto al Chievo», il prologo di Campedelli in conferenza stampa. «Voi avere la mania dei giovani», ha aggiunto sorridendo, rivolto alla stampa, «ma io preferisco i vecchietti: mi danno più tranquillità…». Fuor di battute, «riteniamo questi giocatori validi a prescindere: l’età è solo un numero, non la ritengo determinante. Mi sembra solo un dato indicativo: finché questi ragazzi avranno voglia di dare tutto per il Chievo il Chievo sarà casa loro».COLONNE PORTANTI. Scatta, facile, il paragone con le colonne del passato gialloblù. «D’Anna e D’Angelo? Direi che Dainelli e Gamberini hanno già iniziato ad essere come loro. Non diventeranno magari bandiere nel senso, superato, del termine, ma per me lo sono comunque perché nel club hanno già lasciato un’impronta importante». Quanto agli investimenti forti sulla difesa, «il “primo non prenderle” è sempre un fattore di successo, la squadra la si costruisce sempre da lì», dice il presidente. «Guardate la Juventus…».Nessun dubbio sulle virtù, non solo tecniche, dei due gialloblù: «Ho capito che erano da Chievo nel giro di tre giorni, dopo che avevano accettato la proposta del club. Certe cose le sento a pelle, capisco alla svelta chi si identifica nella società e chi no».STIMA RECIPROCA. L’affetto di Campedelli diventa un assist d’oro per Ale Gamberini: «Quella del Chievo è una grande dimostrazione di fiducia e di stima. Che è reciproca perché qui ho trovato un ambiente che mi sta stimolando tanto, un progetto in cui credo fortemente e un gruppo che mi sta regalando soddisfazioni che ha questo livello non ho trovato spesso in carriera». E Dainelli: «Nel calcio il gruppo è importante ma ci sono sempre meno società che ci credono. Il Chievo è una di queste e io spero di dare ancora una mano come Ale e come tutti gli altri che ci stanno dentro. Le quattrocento presenze? Quello è il primo obiettivo ma poi ce ne sono a lungo termine».A proposito, il «Daino» sorride, il fresco infortunio ai legamenti gli ha acceso dentro l’ennesima sfida da vincere: «La riabilitazione sta andando molto bene, ho già iniziato a correre», confessa.UN ALTRO TONI. Una riflessione, inevitabile, la solletica anche l’addio al calcio di Luca Toni: «Mi spiace che smetta ma come presidente di società sono anche contento perché a noi faceva sempre gol», scherza Campedelli. «Credo che la sua carriera sia difficilmente eguagliabile. Speriamo che prima o poi nasca qualcun altro come lui».«Pareva che l’ora dei saluti fosse arrivata già qualche anno fa e invece lui ha dimostrato a suon di gol che non era così», lo coccola l’amico Dainelli. «Si merita una grande festa per la carriera che ha fatto». «Uno degli anni in cui abbiamo giocato assieme», è il rimbalzo raccolto da Gamberini, «si cominciava sempre da 1-0 perché nei primi minuti lui il gol lo faceva tutte le domeniche. Spiace per l’annata difficile che ha vissuto però Luca sarà ricordato come uno degli attaccanti italiani più forti, con caratteristiche che non da difensore ho riscontrato in nessun altro».QUESTIONE DI FEELING. Gamberini accenna quindi alla solida amicizia con Dainelli: «Io sono un tipo un po’ chiuso eppure con lui è stato naturale aprirmi, appena sono arrivato a Firenze», svela. Poi la digressione sulla migliori partite giocate assieme: «Penso al fischio finale di Frosinone-Chievo, a dicembre. Partita difficile, ci siamo abbracciati, è stata una soddisfazione grande. Ma in viola anche la vittoria di Firenze contro il Liverpool in Champions League resta un grande ricordo, anche lì sancita da un abbraccio che mi porterò sempre dentro». Aggiunge il «Daino»: «Certe amicizie, come la nostra, si rafforzano in ogni momento, a volte anche nelle difficoltà. E anch’io mi tengo stretta la foto dell’abbraccio dopo Fiorentina-Liverpool».NOI E IL CEO. L’ultimo capitolo tocca anche il feeling col mondo Chievo: «Io mi ci sono calato subito», fa il «Gambero». «È stato semplice grazie a Dario, grazie a Sergio Pellissier – per il quale ho sempre avuto il massimo della stima anche prima di conoscerlo – e grazie al resto del gruppo. Qui c’è una rotta già tracciata, è facile da seguire se dentro e fuori lo spogliatoio trovi certe persone. Il momento più bello? Io dico che i due anni di Chievo mi hanno lasciato più di sette passati altrove. Bellissimo per dire l’anno scorso quando abbiamo vinto a Napoli: ho giocato solo 10′ ma mi sentivo già parte del progetto». Quanto a Dainelli, «sono arrivato dal Genoa a gennaio in un momento difficile della carriera. Ero pure infortunato. Ma mi sono sentito coccolato, tutti mi sono stati vicini e a giugno la scelta di restare è stata consapevole. Avevo capito dov’ero finito e lì mi sono sentito davvero calato in questa realtà. Le giornate felici? Beh, il gol della vittoria di Cagliari, due anni fa, ha un significato speciale: ho avuto la fortuna che il pallone mi picchiasse sul capo, poi quel brivido incredibile…».
(Fonte: L’Arena)
Commenti
commenti