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Mercato Verona, impazza il toto-allenatore: Aglietti, Baroni, Corini, De Zerbi, Di Carlo o il Delneri-bis?
giovedì 28 Aprile 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
A dargli ragione sono i numeri. Con lui al timone, l’Hellas, in 21 partite, ha totalizzato 19 punti. Un ritmo adeguato per cogliere quella salvezza che è svanita matematicamente lunedì, con la vittoria del Carpi sull’Empoli che ha spedito in B il Verona. Gigi Delneri doveva compiere un’impresa che, fin da quando si è seduto sulla panchina gialloblù, ha descritto come «difficile, ma non impossibile». E così il «torto» che rimane è quello di non essere riuscito a compiere il miracolo. Torto, si noterà, è parola da includere tra le dovute virgolette, data la situazione in cui il Baffo ha trovato l’Hellas. I punti erano 6 in 14 turni. Nessuna vittoria, il destino all’apparenza già segnato. Delneri ha risollevato il Verona dandogli nuove idee, riportandolo al successo, offrendo talvolta momenti di buon calcio, valorizzando giocatori che erano rinchiusi in soffitta: Helander e Wszolek, intanto, e con loro Gollini. Ha agevolato la crescita di Ionita, ha dato spazio a Fares. Ma l’Hellas proprio sul picco di una rimonta che non pareva più chimera è franato, perdendo tutti gli scontri diretti, e tre di questi in casa, con la Sampdoria e, soprattutto, con Carpi e Frosinone: «Abbiamo pagato il logorio dell’inseguimento, le tante energie spese per riagganciarci al treno di chi ci precedeva», la spiegazione di Delneri al blackout che ha tracciato la conclusione della rincorsa del Verona. Adesso, anche per lui, è il momento delle riflessioni, che lo vogliono tuttavia più distante che vicino all’Hellas: «Non abbiamo preso nessuna decisione, ci confronteremo più avanti con la dirigenza», assicura il tecnico, che ha un accordo che va in scadenza il 30 giugno prossimo. Delneri soluzione plausibile per il Verona che tenterà di tornare subito in Serie A? A Maurizio Setti il lavoro svolto dall’allenatore di Aquileia è in buona parte piaciuto e lunedì, prima della sfida vinta al Bentegodi con il Milan, ha commentato: «Ci parleremo. Stiamo valutando tante cose e ci sono anche le sue opportunità». Se le casse dell’Hellas potranno vedere affluire un cospicuo conto in danaro, in estate, molto lo dovranno a quanto fatto da Delneri. Ovvero, nel caso in via Belgio si volessero cedere i cartellini di Gollini e Ionita, la consapevolezza che c’è riguarda la capacità che lo stesso Delneri ha avuto nel farli maturare, consentendo che la loro quotazione lievitasse. Una strategia futuribile, questa, visto che nel prossimo Verona avranno minutaggi superiori altri giovani emergenti, come Luca Checchin. Dunque, da questo lato l’uomo giusto può essere lui. Di diverso genere, piuttosto sono le incognite, invece. La lunga assenza dalle scene della Serie B, che il Baffo non frequenta dal 2001, dai tempi della storica promozione in A con il Chievo. Quello cadetto è campionato irto di trappole e imprevisti, in cui spesso sono gli specialisti a prevalere. Inoltre resta sempre da soppesare il pensiero di Delneri. Che, per ora, si ferma a un’annotazione neutra: «Sto bene a Verona, grande piazza e grande tifoseria». Già, ma da qui a dire che ci sarà un sì ce ne passa. Le parti si incontreranno in queste settimane, quelle che chiuderanno l’annata con le gare con Sassuolo, Juventus e Palermo. Poi, il congedo – più probabile – o il rinnovo del rapporto. Nel caso in cui si andasse ai saluti, fioriscono i nomi per il successore di Delneri: Alfredo Aglietti, Marco Baroni, Mimmo Di Carlo, Eugenio Corini, Roberto De Zerbi sono tutti profili papabili. Beppe Iachini è ipotesi più complessa, idem quella rappresentata da Stefano Colantuono. Senza scordare che Andrea Mandorlini ha un altro anno di contratto con il Verona, con un ingaggio che, al lordo, supera il milione di euro. Tutti parametri, questi, che Setti sta analizzando con attenzione prima di dare un responso definitivo sull’Hellas che sarà.
(Fonte: Corriere del Veneto, edizione di Verona)
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