Chievo-Fiorentina, Frey: “Sarebbe stupendo andare in Europa! E se Maran venisse chiamato…”
mercoledì 27 Aprile 2016 - Ore 11:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Parla molto di Europa e poco di salvezza. Guarda avanti. Nicolas Frey ha visto al massimo il decimo posto, era il 2012, nei suoi otto anni di Chievo. Stavolta è tutto diverso. C’è il sudore di tutti, le scelte giuste, la mano di Maran, una consapevolezza mai vista prima. La stagione di Frey è di fatto finita con il problema muscolare alla coscia destra nella rifinitura alla vigilia del Carpi, quella del Chievo proprio no. A cinque punti dal Milan che perde col Verona e pareggia col Carpi il sesto posto è traguardo complicato ma non proprio impossibile. Lo dicono i numeri e la forza di un gruppo che, per dirla alla Maran, vuole andare una volta di più oltre i propri limiti. E Frey, ieri mattina a Veronafiere alla presentazione di Sport Expo, sposa in pieno la tesi: «Riuscire ad andare in Europa sarebbe una delle cose più belle che abbiamo mai fatto ma anche senza sarà stata comunque una grandissima stagione. È un momento molto positivo che vogliamo duri il più possibile, senza troppi pensieri o mettendoci addosso una pressione che sarebbe controproducente».L’Europa è un mezzo rimpianto?«Oggi come oggi possiamo anche dirlo ma la verità è che a gennaio nessuno ci pensava o ci sperava. Quel che dovevamo fare l’abbiamo fatto, in campo abbiamo dimostrato che il Chievo non è una squadra da semplice salvezza ma che si può ambire anche ad un posto in Europa. Al di là di come finirà di sicuro questo è stato uno dei primi campionati passati dal Chievo senza avere rimpianti».Lo vede un Chievo senza Maran?«Ora direi di no, il mister in un anno e mezzo ha svolto un lavoro straordinario. Il calcio però, si sa, offre delle opportunità ed è giusto che ognuno le sfrutti. È così per i giocatori, dev’essere così anche per un allenatore». Quindi?«Se arriverà la chiamata di una società blasonata, e lui merita di riceverla, sarei il primo a dirgli che l’occasione deve coglierla. Ovviamente però se rimanesse sarei felicissimo: Maran ha tirato fuori il meglio da ognuno di noi».Udinese, Genoa, Samp, Palermo e Torino sono tutte in calo. Il Chievo è pronto per prendere il loro posto dietro le grandi?«Certo è un momento no per tantissime squadre. Non so quanto questo periodo possa durare, di certo noi abbiamo sempre provato a fare qualche passettino in avanti e quest’anno ne abbiamo fatto uno bello grosso. Anche superando bene i momenti di difficoltà. E se certe società continueranno ad avere qualche problema noi cercheremo di sfruttare al massimo la situazione. E la prossima stagione cercheremo di fare meglio o almeno di mantenere il livello di questo campionato».Qual è la partita-simbolo della stagione?«Quella con la Juve all’andata, nessun’altra squadra ha creato così tanti problemi alla Juve a casa sua. Ci è stato annullato un gol regolare, ci hanno fischiato a sfavore un rigore così così… Quella sera ha detto molto del valore del Chievo anche se di partite del genere ne abbiamo giocata più di una».Il compagno di squadra che l’ha colpita più di tutti?«Un punto in più degli altri lo do a Pellissier. Non è facile non giocare, rimanere spesso in panchina, non avere tante occasioni. È stato bravissimo, sono contento sia così vicino ai cento gol in Serie A».Ci arriverà già prima della fine del campionato?«Se lo meriterebbe per mille ragioni. Anzi, facciamo… cento. Dovesse riuscirci nelle prossime tre partite sarebbe un’altra ciliegina sulla torta. Altrimenti succederà la prossima stagione, su quello non ho dubbi».Due giocatori su cui si sente di scommettere per il futuro?«Di Inglese abbiamo già parlato molto ma oggi mi vengono in mente i primi mesi e ripenso a quanta poca considerazione avesse Rigoni anche agli occhi della gente. Invece ha avuto pazienza, si è fatto trovare pronto quando si sono infortunati Izco e Radovanovic, è migliorato ogni giorno fino a diventare sempre più prezioso per noi». Poi?«Vicino a Rigoni metto anche Floro Flores. Col Frosinone si è sbloccato e questo conta molto, un attaccante non vive bene senza gol. Floro ha saputo adattarsi ad un modo di giocare molto diverso rispetto al 4-3-3 del Sassuolo, l’anno prossimo potrà darci una grande mano».La sintesi dei suoi otto anni al Chievo?«Nel primo salvarsi fu un miracolo, otto anni dopo non sarebbe un miracolo nemmeno arrivare fra le prime dieci. Adesso possiamo anche sognare l’Europa».
(Fonte: L’Arena)
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