Il pagellone del Triveneto da 0 a 10 (senza eccezioni)
mercoledì 31 Dicembre 2025 - Ore 17:30 - Autore: Dimitri Canello
(d.c.) – Siamo arrivati alla fine del 2025 ed è tempo nuovamente di voti per il calcio triveneto. Ecco il nostro pagellone, da 0 a 10, senza eccezioni, perché c’è chi ha fatto bene e chi ha fatto male, chi merita elogi e chi proprio non ne merita
10 a Matteo Andreoletti e a Fabio Gallo – Due allenatori in vetrina, due modi diversi di intendere calcio. Andreoletti, con il materiale che gli è stato messo in mano, ha fatto non uno, ma due miracoli. Avete presente Gasperini a Bergamo? Il valore di questo allenatore lo si capirà quando lascerà Padova. I numeri di Gallo fanno impallidire qualsiasi confronto. Promozione con la Virtus Entella, una sequenza interminabile di risultati utili per oltre un anno senza sconfitte, un girone intero a Vicenza senza perdere. Rosso ha trovato finalmente la chiave per svoltare?
9 a Matteo Lovisa e a Paolo De Cian – Un dirigente bravissimo, che prima ha sfiorato la A e che anche nella seconda parte dell’anno continua a tenere la Juve Stabia ai piani altissimi pur con un budget risicatissimo e con i problemi societari che avrebbero potuto distruggere tutto. Anche nelle difficoltà si è dimostrato un gigante, nonostante la giovane età. Il presidente della Dolomiti Bellunesi ha vinto su tutto il fronte: in quattro anni ha portato i rosanero post fusione in Serie C e adesso vuole rimanerci. Auguri sinceri
8 a Giorgio Zamuner e a Sean Sogliano – Due direttori in vetrina, due modi diversi di intendere calcio. Uno (Zamuner) con una conoscenza innata dei talenti di casa propria, con la capacità di scegliere uomini e caporali, con la gestione di risorse sempre ottimale, dovunque è andato, quando lo hanno messo in condizione di lavorare, ha sempre fatto bene. L’altro (Sogliano) con un’attività di scouting estero straordinaria e con un fiuto che si era perso e che a Verona si è riscoperto adatto ai piani alti più che ai piani inferiori continua a sfornare giocatori deluxe: gli ultimi Belghali e Giovane, di cui sentiremo sicuramente parlare. E pensare che a Padova, con risorse in proporzione ampiamente superiori, le cose erano andate decisamente peggio…
7 a Giovanni Stroppa, a Mauro Giacca, Attilio Tesser e a Pierfrancesco Strano – Stroppa, reduce da una promozione con la Cremonese, meriterebbe anche di più, ma stiamo un gradino sotto perché se il campionato finisse oggi il Venezia sarebbe ai playoff e non sarebbe promosso direttamente in A. Ma è un signor allenatore che fa giocare divinamente la squadra e che, per ora, ha espresso il meglio sotto il profilo qualitativo dell’intera categoria. Il presidente del Trento continua nella sua brillante scalata, passo dopo passo, ai piani alti della categoria. In un futuro non molto lontano vediamo i gialloblù in Serie B: c’è tutto, ma davvero tutto, per progettare la scalata. Tesser compie un vero miracolo salvando la Triestina in condizioni tremende, ma sbaglia a tornare e la situazione complessiva gli presenta presto il conto. Nella Marca un giovane dirigente sta riuscendo dove hanno fallito tutti gli altri. Ora manca l’ultimo sforzo, ma Treviso è lanciata verso il ritorno fra i professionisti e stavolta non vuole sbagliare.
6 a Stefano Vecchi – Compie una rimonta clamorosa sul Padova recuperando 11 punti, ma poi si sfalda sul più bello. Ha qualità, ma gli manca qualcosa per il definitivo salto. Alla guida dell’Inter galleggia sulla sufficienza.
5 a Stefano Marchetti – Anche i migliori sbagliano. Si assume in pieno la responsabilità della retrocessione, nell’anno più difficile da quando è direttore. Parte male pure in C, ma poi riesce a raddrizzare la barca. Il 2026 sarà l’anno della riscossa?
4 a Joseph Oughourlian – Perché mai un 4 a chi ha portato il Padova in Serie B? Perché ha trattato il club con disprezzo, perché non ha rispettato i tifosi, perché ha messo la società in vendita senza dare un minimo di spiegazione, perché ha trattato il Biancoscudo come il brutto anatroccolo. Dal punto di vista comunicativo, poi, il voto è zero, con una totale mancanza di chiarezza in spregio a qualsiasi bon ton. Sarà pure ai vertici in Francia a Lens, ma Padova avrebbe meritato ben altro atteggiamento e considerazione. Se si litiga con tutti, rompendo prima o dopo con tutte le componenti ambientali, forse il problema non sono quelli con cui hai litigato, perlomeno non possono esserlo tutti…
3 ad Alex Menta – Questo voto per noi è stato sofferto, perché la nostra idea è che abbia qualità, ma purtroppo la realtà parla chiaro. Ha contribuito a una gestione schizofrenica, che ha portato il club a un millimetro e forse anche oltre dal default. Eppure siamo convinti che, se opportunamente guidato, fatto muovere entro certi confini e gestito da una figura di caratura superiore, potesse e possa essere ancora un valore aggiunto. Non lo è stato, perché a briglie sciolte si è smarrito e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
2 a Fabrizio Cacciatore e ad Alessandro Dal Canto – Esonerato dal Treviso, esonerato dal Chievo. Annata orribile, da dimenticare in fretta per il primo. Retrocessione senza scusanti per il secondo. Non avrebbe meritato di allenare il Cittadella in B, ma in certi casi, purtroppo, le amicizie contano più del curriculum e delle qualità oggettive.
1 a Sebastiano Stella – Uno dei volti della disfatta di Trieste, ha dimostrato di essere inadeguato al ruolo che ricopriva
0 a Ben Rosenzweig – Una gestione del genere tocca i punti più bassi della nostra esperienza nel settore da 30 anni a questa parte. Abbiamo visto faccendieri, avventurieri, disonesti, banditi in giacca e cravatta, ma almeno erano facilmente riconoscibili e censurabili. Qui c’è chi si era presentato promettendo mari e monti e pretendendo di insegnare calcio e ha sfasciato tutto. Non solo non è stato fatto nulla di quanto promesso, ma si è raso al suolo tutto, con uno spreco inimmaginabile di denaro andato in scena per mesi, fino al crac evitato non si sa bene come. Ma il destino, purtroppo per Trieste, è la Serie D, non si sa bene con quali prospettive
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