Dolomiti Bellunesi-Triestina, Bonatti: “Questi tre punti valgono di più dal punto di vista emotivo: Trieste città meravigliosa, responsabilità mia non aver saputo dare il contributo che speravo”
lunedì 27 Ottobre 2025 - Ore 23:06 - Autore: Staff Trivenetogoal
BELLUNO — Una vittoria di peso e di consapevolezza per la Dolomiti Bellunesi, che supera la Triestina e trova continuità dopo un periodo complicato. Nel dopogara, mister Andrea Bonatti analizza con lucidità la prestazione dei suoi, sottolineando soprattutto la crescita mentale e collettiva della squadra.
«I ragazzi sono stati molto bravi a interpretare una partita di grande sostanza e applicazione — ha spiegato Bonatti —. Hanno mostrato tenuta mentale, un aspetto su cui stiamo lavorando tanto. In passato avevamo evidenziato fragilità che in un campionato così competitivo non possiamo permetterci. Il nostro obiettivo resta quello di crescere passo dopo passo, e questa vittoria è un segnale importante in quella direzione».
Pur soddisfatto, il tecnico invita alla cautela: «Ci sono ancora margini per migliorare nella qualità del gioco. Non possiamo pretendere di raggiungere tutto subito, ma la priorità era ritrovare solidità e fiducia. Aver ottenuto il secondo successo stagionale ci dà entusiasmo per continuare su questa strada».
Tra gli aspetti che più lo hanno colpito, Bonatti cita la compattezza del gruppo: «La cosa che mi rende più felice è l’unione tra i ragazzi. Non mi interessa che vadano a cena insieme, ma che dentro il campo siano un blocco unico. E oggi lo sono stati, anche senza la leadership tecnica del capitano. Vedere tutti coinvolti, anche chi era in panchina, è la base su cui costruire il nostro percorso».
Sulla prestazione contro la Triestina, l’allenatore conferma: «Era la partita che mi aspettavo. Affrontavamo una squadra molto forte, ma abbiamo risposto con carattere e sostanza. I tre punti pesano sempre tre punti, ma possono valere qualcosa in più dal punto di vista emotivo se sapremo dare continuità già dalla prossima gara. Quello sarà il vero banco di prova per capire le prospettive di questa squadra».
Infine, un pensiero alla sua ex piazza: «Trieste è una città meravigliosa, a cui auguro di raggiungere i suoi obiettivi. Quando mia figlia mi chiedeva perché non tornassimo più lì, era difficile spiegarglielo. Questo dice molto su quanto mi sia trovato bene e su quanto mi sia dispiaciuto non essere riuscito, per responsabilità mia, a dare il contributo sportivo che avrei voluto».
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