Trento-Vicenza, la sfida degli ex: intrecci, ricordi e destini che si rincorrono
martedì 21 Ottobre 2025 - Ore 20:52 - Autore: Giulio Pavan
C’è una linea sottile che unisce Trento e Vicenza, e non è solo quella che corre lungo l’autostrada del Brennero. Domenica al “Briamasco” andrà in scena una partita che profuma di passato e di riconciliazioni mancate, di ritorni e di riscatti. Trento–Vicenza non è solo una sfida per la classifica: è un incontro di uomini che si conoscono, che si sono incrociati negli spogliatoi, che hanno condiviso allenamenti, sogni e delusioni. È una partita piena di volti familiari, di maglie cambiate ma di emozioni rimaste uguali. Sul fronte gialloblù, il Trento schiera un piccolo esercito di ex biancorossi: a partire da Daniel Cappelletti, simbolo di esperienza e di solidità, uno di quei difensori che non alza mai la voce ma impone rispetto con la postura, con la lettura del gioco, con l’equilibrio. A Vicenza ha lasciato un ricordo profondo, per serietà e continuità: ora guida la retroguardia trentina con la calma di chi conosce il mestiere e la categoria, e domenica ritroverà un pezzo della sua storia. Accanto a lui il giovane 2005 Christian Corradi che è appena tornato dall’esperienza dei Mondiali Under 20 e ha solo potuto assaporare il calore del Menti. Più avanti, tra le linee, c’è Christian Capone, esterno offensivo dal piede educato e dallo scatto improvviso, che a Vicenza lo scorso anno a lasciato il segno a tratti, tra lampi e qualche incompiutezza. Al Trento ha ritrovato la fiducia e la libertà di esprimersi, e la sfida contro i biancorossi arriva come un bivio del destino: la partita ideale per dimostrare di essere cresciuto, di essere diventato ciò che a Vicenza aveva solo promesso di essere. E poi c’è Nicola Dalmonte, un nome che al “Menti” evoca ancora applausi e rimpianti. A Vicenza era stato uno dei trascinatori, un attaccante di movimento, intelligente, con un istinto naturale per la porta e una dedizione rara. Ora veste il gialloblù, e lo fa con la voglia di scrivere un nuovo capitolo. Per lui, quella contro il Vicenza non potrà mai essere una partita qualunque: ogni pallone toccherà corde diverse, tra affetto e ambizione. Accanto a lui, un altro giovane che a Vicenza ha lasciato solo il suo biglietto da visita: Jacopo Pellegrini, classe 2000, punta moderna, mobile, con il fiuto per gli spazi e la fame di chi vuole prendersi la scena. La sua è una storia di crescita, all’ombra dei Berici non ha mai inciso e anche a Trento sta faticando con un solo gol messo a segno, a dimostrazione di non essere forse adatto per un 4-3-3 ma di poter esprimersi meglio come seconda punta. Sull’altra metà campo, invece, c’è Armand Rada, che il Trento lo conosce come casa: due stagioni da protagonista in gialloblù, cuore e polmoni del centrocampo, poi la chiamata del Vicenza: impossibile dire di no. A Vicenza è arrivato con la determinazione di chi vuole crescere, ma dentro di sé porta ancora il calore del “Briamasco”, gli applausi, le fatiche condivise. Domenica, Rada giocherà contro amici, compagni, e magari anche contro una parte di sé stesso. È il destino degli ex: cercare il successo dove un tempo c’era appartenenza. Ma non finisce qui, perché la sfida Trento–Vicenza è anche la partita degli ex dietro la scrivania. Da una parte Giorgio Zamuner, che a Trento ha lavorato per costruire una squadra solida, con idee chiare e una visione pragmatica. Molti dei giocatori che oggi compongono la rosa portano la sua firma, la sua impronta, la sua filosofia fatta di equilibrio e concretezza. Dall’altra, oggi al timone del club gialloblù, c’è Moreno Zocchi, uomo di calcio, profilo esperto, passato anch’egli dal Vicenza. È uno che conosce le dinamiche dei club, che ha imparato a muoversi tra intuizioni e pressioni, e che ora prova a scrivere con il Trento un nuovo percorso. Zocchi e Zamuner, due visioni diverse ma affini, due modi di costruire e di sognare, oggi si incrociano da rivali, ma con rispetto reciproco. Tutti questi intrecci creano un filo narrativo unico: non è solo una partita di calcio, ma una sfida tra storie intrecciate, tra uomini che si conoscono e che si stimano, tra passato e presente. Sul campo, ogni contrasto potrà avere un significato in più, ogni sguardo un retrogusto di memoria. Chi è stato “di là” sa cosa rappresenta questa sfida, e chi è rimasto “di qua” sa quanto brucia essere superato da chi, un tempo, vestiva i tuoi stessi colori. Trento–Vicenza sarà, in fondo, una partita piena di cuore e di nostalgia. Di riscatto e di riconoscenza. Una partita dove il passato non resta alle spalle, ma torna sul prato verde a chiedere conto.
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