Lumezzane-Trento, Tabbiani: “Ci siamo abbassati troppo, quasi stessimo giocando col cronometro in mano: è un atteggiamento che non possiamo permetterci così presto”
domenica 19 Ottobre 2025 - Ore 21:44 - Autore: Staff Trivenetogoal
Dopo l’1-1 maturato a Lumezzane, il tecnico del Trento Luca Tabbiani analizza con lucidità la prova dei suoi, tra rammarico per i due punti sfumati e consapevolezza del percorso intrapreso dalla squadra. «Fare punti è sempre importante – premette – ma dispiace per il gol preso nel finale. Sembrava che la partita stesse scivolando verso la vittoria: avevamo avuto diverse occasioni per raddoppiare, soprattutto in ripartenza, e invece ci siamo abbassati troppo, smettendo di fare quello che ci aveva permesso di condurre bene la gara».
L’allenatore sottolinea come la gestione dei minuti finali sia ancora un aspetto su cui lavorare: «Più ci avviciniamo al novantesimo e più tendiamo a rallentare, a giocare in modo più prevedibile. Ma siamo una squadra che deve tenere ritmo, cercare sempre velocità e verticalità. In un campionato così equilibrato ogni dettaglio può fare la differenza: a parte tre o quattro squadre con qualcosa in più, con tutte le altre può succedere di tutto. Ecco perché anche un punto va sempre valorizzato».
Il pari allunga a cinque la striscia positiva del Trento, ma non cancella la sensazione di aver lasciato qualcosa per strada. «Le occasioni per chiudere la partita le abbiamo create, come accade praticamente in tutte le nostre gare – osserva Tabbiani – ma dopo il vantaggio non siamo stati bravi a sfruttarle. Abbiamo avuto un quattro contro due non concretizzato e altre situazioni favorevoli. Negli ultimi venticinque minuti non abbiamo concesso molto, ma ci siamo abbassati e abbiamo rallentato tutto, quasi come se stessimo giocando con il cronometro in mano. È un atteggiamento che non possiamo permetterci così presto».
Il tecnico riconosce che non si tratta di un episodio isolato: «Già domenica scorsa era successo qualcosa di simile. Oggi pensavo che la squadra fosse riuscita a gestire meglio, invece siamo caduti nello stesso errore. Forse è anche un po’ psicologico: dobbiamo avere più personalità e coraggio per continuare a fare il nostro gioco anche in vantaggio. Non abbiamo le caratteristiche per chiuderci e difendere, siamo stati costruiti per proporre calcio, e dobbiamo farlo per 90 minuti».
C’è anche un pizzico di fastidio per l’episodio che ha preceduto il pareggio: «La rimessa da cui nasce il gol era stata battuta molto avanti. Nel primo tempo a noi avevano fischiato una punizione per un metro: episodi così lasciano rammarico. Ma non cerchiamo alibi, la realtà è che dovevamo gestire meglio le nostre chance».
Tabbiani ammette che la serie di pareggi comincia a pesare: «Da quando sono a Trento pareggiamo spesso. È un dato curioso, perché le mie squadre in passato pareggiavano poco. Sono tutti pareggi che lasciano più rammarico che soddisfazione: nella maggior parte dei casi eravamo in vantaggio e abbiamo visto sfumare la vittoria».
Nel primo tempo, sottolinea l’allenatore, la squadra ha creato più dei padroni di casa: «Abbiamo avuto occasioni importanti, così come loro. Nella ripresa invece entrambe abbiamo prodotto meno, ma la sensazione era che potessimo colpire ancora. Devo capire perché negli ultimi minuti smettiamo di fare le nostre cose. È un tema su cui voglio confrontarmi con i ragazzi, perché la nostra identità non può cambiare in base al risultato».
La gestione del vantaggio è il punto centrale dell’analisi: «Mi piacerebbe che, anche avanti nel punteggio, continuassimo a battere le rimesse e a giocare con velocità. Questo trasmette sicurezza. Invece rallentiamo, permettiamo agli avversari di riorganizzarsi e non troviamo più l’uomo libero. Se lo facessimo per tutta la gara sarei preoccupato, ma vedendo che capita solo negli ultimi venti-trenta minuti, significa che c’è un margine su cui lavorare».
Nonostante l’amarezza, Tabbiani guarda avanti con fiducia: «Siamo imbattuti da cinque partite, anche se quattro sono pareggi e qualcuna l’avremmo dovuta vincere. È un campionato equilibrato, con tanti risultati simili, e ogni punto va comunque preso nel modo giusto. Ma dobbiamo imparare a chiudere le partite quando ne abbiamo la possibilità, perché dopo l’1-1 la squadra ha dimostrato di avere ancora energie per ripartire: se l’abbiamo in quel momento, vuol dire che potevamo farlo anche prima, sfruttando meglio i nostri giocatori negli uno contro uno e nelle transizioni».
La conclusione è chiara: «Abbiamo avuto tante situazioni per raddoppiare e non le abbiamo sfruttate. In alcune non siamo nemmeno arrivati alla conclusione. Questo è il rammarico principale. Ma allo stesso tempo è una base di lavoro: continueremo a crescere e a migliorare nella gestione dei momenti chiave».
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