Triestina, al peggio non c’è fine (e si scava ancora). Closing Padova, non è finita. Vicenza, la settimana sprint. Venezia per la A. Dolomiti Bellunesi e Treviso, nuova vita e nuove ambizioni
domenica 6 Luglio 2025 - Ore 23:48 - Autore: Dimitri Canello
Giuro, per descrivere la situazione che sta vivendo la Triestina non trovo le parole. Dire che sono allibito è poco, perché lo sfregio che la proprietà guidata da Ben Rosenzweig sta compiendo nei confronti della città e della tifoseria è a dir poco inaccettabile e la più recente intervista del presidente sembra quella di un uomo che vive in un’altra dimensione. Che finge di non capire che non si possono trovare i soldi quando si vuole ma ci sono scadenze e regole da rispettare, che gestire un club non è come giocare a Monopoli, che partire da -13 in classifica per giunta con un organico depurato di tutti i migliori significa al 95% aver già condannato il club alla retrocessione in D, che non poter fare mercato è il timbro della propria incapacità, che la condotta degli ultimi mesi è uno schiaffo a una tifoseria che pare quasi rassegnata a dover vivere periodicamente fallimenti e disastri. Caro presidente, i tifosi le hanno tolto l’uso del marchio per cui lei/voi oggi non rappresentate più la gloriosa Alabarda, questo lo ha capito? Rosenzweig è il primo, il secondo e il terzo colpevole, poi vengono Menta e Stella, autori di una gestione che definire disastrosa è poco. Il presidente non ha detto una parola dopo la salvezza, non ha detto una parola dopo che il Centro coordinamento ha tolto l’uso del marchio, ha condannato la squadra prima a 9 punti di gap poi ridotti a 7 e che adesso diventeranno 13 nella migliore delle ipotesi, poi ha iscritto la squadra spiazzando tutti per, infine, fallire anche la scadenza d’inizio luglio e chissà cosa accadrà ad agosto. Come può un presidente permettere che un dirigente (Menta) spenda 27 milioni in due anni dopo averne stanziati 30 per tre come se nulla fosse? Come può avallare esoneri insensati, allenatori che saltano come birilli, gestioni scriteriate con palate di denaro buttate al vento, non pagare i dipendenti, minacciare neppure troppo velatamente che chi presenta decreti ingiuntivi è fuori dalla Triestina, presentarsi in video a una pagina Instagram anziché convocare una conferenza stampa e parlare alla tifoseria con una faccia di bronzo in vetrina come se questa situazione fosse normale? Rosenzweig, glielo scrivo a caratteri cubitali: lei e tutti i suoi uomini avete fallito e ve ne dovete andare il prima possibile. Se poi è vero che lei non ha ceduto a un gruppo sloveno che, con un po’ di pazienza, avrebbe sistemato le cose e così facendo ha trascinato tutti all’inferno le sue colpe, già evidentissime, triplicano o quadruplicano. Da questa città e da questa tifoseria non potrà più avere nulla se non sdegno e disprezzo. Il consiglio che mi sento di dare: Daniele Delli Carri non resti un minuto di più in questo marasma. Andare avanti significa solo prolungare un’agonia che presto avrà un epilogo scontato. Bisogna solo capire quando avverrà.
Il Padova ha assaggiato in settimana un primo jingle della Papu dance, un’operazione che potrebbe essere un colpo di genio così come fallire fragorosamente, perché a 37 anni due anni di inattività sono tanti e non è scontato che Gomez torni anche al 60-70% quello dei giorni d’oro. Se così fosse, ci sarebbe da divertirsi, se così non fosse lo scenario si capovolgerebbe, mentre Padova è pronta ad accogliere anche Baselli, che per prima cosa dovrà dimostrare di essersi messo alle spalle un anno senza giocare e i guai fisici che lo hanno accompagnato negli ultimi tempi. Se sta bene, è il miglior rinforzo possibile per il centrocampo biancoscudato, viceversa diventerebbe una zavorra e non una risorsa. Non resta che aspettare per capire dove porterà questa doppia scommessa che potrebbe accendere la campagna abbonamenti. Ma il vero focus continua ad essere il closing societario e l’impressione è che ci sarà ancora tanto da raccontare, nonostante Joseph Oughourlian a L’Equipe abbia apparentemente scritto la parola fine sulla trattativa con Primera Capital e Sebastiano Tevarotto: ci sono anche dichiarazioni tattiche, durante una trattativa così lunga e laboriosa spesso si dice “A” ma in mente si ha “B”. L’operazione Fortin col Lens (da noi scovata sul sito della Lega di Serie B e mai comunicata, questo è il modus operandi di questa proprietà) ha creato forti tensioni fra le parti, ma i colloqui non si sono mai interrotti e i rispettivi studi legali sono ancora in contatto. A proposito di avvocati, Primera e Tevarotto si appoggiano allo Studio Legale Spinazzi Azzarita di via Tommaseo a Padova, mentre Domenico Bordieri sta svolgendo un ruolo di mediatore per conto dello stesso Tevarotto e avrebbe un ruolo in società in caso di fumata bianca. Una fumata bianca a cui il fondo americano crede ancora fortemente. La vera domanda da farsi è la seguente: Marcelo Figoli, patron di Burgos e Club Juventud, l’altro potenziale acquirente forte del club che lavora a fari spenti per recuperare il gap nei confronti di Primera è davvero fuori dai giochi? Non escludiamo affatto colpi di scena. Difficile intercettare notizie chiare dietro le quinte visto che è calato il silenzio sulla trattativa da parte di tutti i protagonisti, ma la certezza è che qualcosa si muove ancora e lo scenario è tutt’altro che definito. Nei prossimi dieci giorni potrebbe ancora accadere qualcosa e, per una serie di motivi che solo in parte possono essere spiegati in questa sede, non è scontato al 100% che Oughourlian rimanga in sella.
Il Vicenza nella settimana entrante potrebbe sferrare una serie di colpi importantissimi per sistemare i ruoli nevralgici della squadra. In porta l’obiettivo numero uno è Riccardo Gagno, un portiere bravo con i piedi e con buoni fondamentali che risponde in tutto e per tutto alle richieste di Fabio Gallo, davanti la speranza è, grazie a un’offerta più alta rispetto a Empoli e Juve Stabia, di convincere Leonardo Candellone superando il gap di categoria, poi si valuteranno alternative fra cui ci sarebbe pure Anatriello. A centrocampo ecco Mattia Vitale, vecchio pallino di Giorgio Zamuner, mentre Balestrero resta in cima alla lista per la linea mediana. Domani si può chiudere per Benassai, sulla sinistra Villa è più di un’idea, a destra Oukhadda piace parecchio, mentre Nuamah, se ci sarà un epilogo logico, andrà altrove per una questione di categoria. Insomma, il Vicenza ridimensiona, ma non molla la presa su tutti i fronti e punta in alto, scommettendo sulla bravura acclarata di Zamuner, che spera di bissare la promozione di Padova puntando più o meno sulle stesse caratteristiche e con budget non distanti.
Il Venezia accelera sul mercato. Si punta dritti alla Serie A, Adorante è un colpaccio, su Korac e Franjic garantisce Antonelli e soprattutto il croato è una grande operazione su cui sono pronto a scommettere personalmente. Antonelli sa di avere una grossa responsabilità sulle spalle e sta agendo in modo mirato per provare a garantire a Giovanni Stroppa un organico al completo almeno per l’80% per il ritiro di Falcade. La squadra ha una rosa già in gran parte coperta, ma in previsione delle partenze di Nicolussi Caviglia e Idzes, ci si è già attivati per non farsi trovare con le spalle scoperte. Con un monte ingaggi di 18 milioni la situazione debitoria è ampiamente sotto controllo dopo i paurosi scossoni del passato (non remoto), con un allenatore top si può progettare di provare l’immediato ritorno in A. Gli avversari non mancheranno, il Palermo con Inzaghi sembra candidato a un ruolo da protagonista, l’Empoli da anni lavora a cavallo fra le due categorie, il Monza è tutto da scoprire, lo Spezia ci riproverà e le altre non sembrano ostacoli insormontabili.
Pillole finali. Il Trento ha scelto di armarsi di pazienza, ha blindato Giannotti e domani quasi certamente farà lo stesso con Aucelli, ha scelto di rinunciare a Svidercoschi andato all’Albinoleffe per una decisione di Zocchi. Varie ed eventuali: la riapertura per Di Carmine secondo le nostre fonti ha poche chance di concretizzarsi, Rada si è decisamente allontanato, Meconi è in arrivo e altre operazioni, di cui presto vi daremo conto, andranno a segno in settimana. Belluno e Treviso scoprono due direttori sportivi nuovi di zecca ed emergenti che possono fare bene. Jacopo Giugliarelli è partito bene con tre giovani di sicuro avvenire e lo stesso ha fatto Pierfrancesco Strano, la cui scelta di Gorini in panchina mi trova pienamente d’accordo, sia per una questione di stimoli che di prospettive. Il Verona dovrà ragionare sulle idee e puntare ancora una volta sulla bravura di Sogliano, che nel suo habitat ha fatto meraviglie dimenticando la parentesi non certo felice di Padova. Si pesca ancora sui mercati esteri, puntando su giocatori di spessore e di qualità da scoprire e lanciare per poi rivenderli non appena se ne presenta l’occasione. L’Udinese è a un bivio: la cessione al fondo Guggenheim Partners guidato dal ceo Mark Walter ha subito una frenata perché i Pozzo vorrebbero continuare a mantenere un ruolo attivo in società sul modello Atalanta. E proprio qui, oltre che sulla valutazione del club dopo la cessione di Bijol e quella probabile di Lucca si stanno impantanando i colloqui finali del closing. Ma questa settimana potrebbe essere decisiva.
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