Triestina, Rosenzweig: “Mai pensato di cedere il club, lavoro per farlo diventare sostenibile. Pagare i dipendenti una mia priorità”
sabato 5 Luglio 2025 - Ore 17:30 - Autore: Staff Trivenetogoal
Di Nicolas Ravazzolo
Il presidente della Triestina Ben Rosenzweig ha rilasciato un’intervista alla pagina Instagram Fallo Tattico. Queste le sue principali dichiarazioni.
Cosa succederà nel prossimo futuro con la Triestina?
«Sul piano finanziario, sono il leader del gruppo che ha rilevato la Triestina tramite un fondo di investimento: non sono solo i miei soldi, ma una parte significativa del mio patrimonio è impegnata nel club. Ho imparato che, anche se in molti investono nel calcio sperando di guadagnare, la vera spinta è la voglia di vincere. Purtroppo, dopo un inizio di stagione al di sotto delle aspettative, diversi miei partner, anche tra i più importanti, hanno smesso di onorare gli impegni presi, lasciandomi di fatto solo a gestire la società.
In quella situazione, portare a bordo nuovi soci era difficilissimo, soprattutto mentre la squadra rischiava la retrocessione. Ho cercato di tenere insieme tutto fino a quando non ci fossimo salvati, e in parte ci sono riuscito: abbiamo continuato a pagare gli stipendi ai giocatori e, una volta conclusa la stagione, ho lavorato per coinvolgere nuovi partner, aumentando anche il mio investimento personale. Così siamo riusciti a iscrivere la Triestina circa un mese fa.
Non ho mai pensato di abbandonare la società, nonostante in tanti mi abbiano suggerito di farlo. Avevo promesso di fare di tutto per mantenere il club in Serie C dopo l’eccezionale lavoro svolto da mister Tesser e dalla squadra nella seconda metà del campionato. Il 6 giugno ho versato circa 4 milioni di euro per garantire l’iscrizione, con l’idea di investire il resto a partire dal primo luglio. Purtroppo, come sapete, non siamo riusciti a chiudere in tempo l’ingresso di tutti i nuovi soci, ma stiamo proseguendo per finalizzare l’operazione al più presto. L’obiettivo è coprire finanziariamente le prossime tre o quattro stagioni, lavorando con un budget operativo ridotto e il supporto di nuovi partner».
Hai parlato di un progetto triennale o quadriennale: significa che non intendi vendere?
«No, non ho intenzione di vendere la Triestina. La mia volontà è proseguire il percorso che abbiamo avviato. Ho investito tanto tempo e risorse in questo progetto, ho trascorso molto tempo a Trieste e credo nel lavoro svolto, che non riguarda solo il calcio: vogliamo costruire un progetto che rappresenti una piattaforma per la crescita del club e della città.
Non voglio abbandonare questi sforzi, anche perché ho appena completato l’iscrizione della squadra alla Serie C. Mi spezzerebbe il cuore vendere il club e vederlo finire in situazioni come quelle di Brescia o SPAL, costrette a ripartire daccapo. Solo se non riuscissi a reperire capitali sufficienti per sostenere il progetto da solo, valuterei un’eventuale cessione, ma non è un’ipotesi che prendo in considerazione ora».
Come pensi di rendere sostenibile questo progetto nei prossimi anni?
«È fondamentale. Però va detto che c’è un problema più ampio legato alla sostenibilità della Serie C nel suo complesso, che presenta difficoltà strutturali. Detto ciò, dobbiamo ridurre i costi ovunque: dal lato sportivo a quello amministrativo e di marketing, diventando più efficienti sotto ogni aspetto.
Sapevamo fin dall’inizio che la situazione del club era complicata, con molti contratti pluriennali ereditati dal passato che avrebbero appesantito i primi due anni di gestione. Ci siamo trovati a dover pagare compensi a giocatori, agenti e persino al precedente direttore sportivo. Adesso è il momento di agire: ho discusso con il team sportivo, con Daniele Delli Carri, Alex Menta, Sebastiano Stella e altri collaboratori, e stiamo procedendo a tagliare le spese per diventare competitivi ma anche sostenibili.
Fin dall’ingresso nel club ho cercato di portare un approccio più vicino al modello americano, pagando puntualmente lo staff ogni mese, spesso prima di tanti altri club. Ci siamo riusciti per un anno e mezzo, ma quando alcuni partner si sono tirati indietro, abbiamo dovuto dare priorità a stipendi e imposte arretrate. Purtroppo, questo ha comportato ritardi nei pagamenti ai nostri collaboratori interni, una situazione che mi pesa molto: credo fermamente che le persone che lavorano ogni giorno negli uffici, dietro le quinte, siano una risorsa fondamentale quanto i giocatori.Ci tengo molto a loro, parlo spesso e rispondo alle loro mail. Non sto scappando da loro. È una priorità importante per me pagarli»
Resterà Delli Carri?
Preferisco non parlare dei singoli dipendenti, mi voglio assicurare che restino private le conversazioni che abbiamo. Daniele è una persona integra, mi è piaciuto molto lavorare con lui, voglio assicurarmi che lo sappia e lo sa. Mi sono offerto molte volte di farlo uscire dal suo contratto se mai volesse andarsene e lo sostengo. Non voglio tenere qualcuno controvoglia. Chi non vuole rimanere è libero di andarsene, quindi quelle sono conversazioni che sono in corso e non posso spericolare su ciò che accadrà.
Cosa ci aspettiamo dal mercato estivo?
Non è la mia area di competenza, ma mi voglio assicurare in quanto responsabile che il mercato sia aperto in modo da continuare il nostro business e questo va nella stessa direzione di pagare giocatori, staff e tasse. Non siamo così indietro come forse alcuni articoli possono far vedere, abbiamo effettuato pagamenti significativi nell’ultimo mese ma non l’abbiamo fatto in tempo, è un lasso molto breve fra il 6 giugno e l’1 luglio.
La Triestina dovrebbe iniziare con un -13, cosa ci può dire sulla prossima scadenza, sarà rispettata?
Credo che debba esserlo e che non ci sia una scelta, sto lavorando per questo. In questo momento l’unica cosa certa è il -7 di prima, dobbiamo vedere in base a quanto velocemente possiamo ottenere il nostro capitale dai partner e quindi poi farsi strada nel sistema giuridico e l’iter della FIGC per ottenere una pena più clemente possibile ma sappiamo che inizieremo la stagione con un deficit in classifica e chi entrerà nel club ne è consapevole che ci sarà una significativa quantità di terreno da recuperare per avere successo.
Faremo il massimo affinché sia cosi.
Ho sentito cosa hanno detto le istituzioni politiche, non ho parlato con loro direttamente, nell’ultima settimana non sono stato a Trieste. I nostri dipendenti hanno buoni rapporti con tutti ed è importante per loro sapere quanto duramente ci stiamo provando. Ancora una volta mi sono impegnato per la trasparenza, negli ultimi mesi so di non essere stato molto disponibile, sono stato qui cercando di lavorare su tutto ciò di cui abbiamo per avere successo. Le cose si sono un po’ calmate dopo che abbiamo pagato l’iscrizione ed abbiamo visto che davanti alle difficoltà siamo stati comunque in grado di ottenere un risultato positivo. Per me quindi non sembrava aver molto senso parlare a quel punto. Poi ovviamente quando non abbiamo rispettato la scadenza solo di pochi giorni mi è sembrato giusto far vedere la mia presenza e cercare di chiarire un po’ le cose per la piazza e fermare alcune speculazioni perché penso che tutti, anche se siamo su posizioni diverse, siamo tutti allineati sul volere che la Triestina abbia successo, e penso che speculando sulle cose, rende tutto più difficile per tutti, per fare ciò che dovrebbe esser fatto.
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