Triestina, nuove nubi nere all’orizzonte. Padova, ecco il padovano. Vicenza, pulizia nello spogliatoio per tornare in B. Venezia-Stroppa, miglior scelta non avrebbe potuto esserci. Trento, una strada nuova. Caldiero Terme, l’ultimo scandalo di Cellino
martedì 1 Luglio 2025 - Ore 00:30 - Autore: Dimitri Canello
Cominciamo questo editoriale, purtroppo, ancora una volta da Trieste, dove sono all’orizzonte altre nubi. Entro la giornata di oggi devono essere pagati 1,4 milioni, ma la situazione sembra tutt’altro che rosea e potrebbero accadere presto terremoti. Non si dovesse rispettare questa scadenza, tutto il resto diventerebbe inutile, compreso l’arrivo di Giorgio Gorgone, la stagione, la risalita, tutto il resto. E’ assurdo che Trieste non riesca ad avere pace e che la sua storia sia costellata di proprietà che non riescono a mettere radici, che non riescono a mantenere ciò che promettono. Su questa proprietà abbiamo già espresso il nostro pensiero, siamo rimasti sorpresi dall’iscrizione della squadra perché tutto lasciava pensare al contrario, ma i guai potrebbero non essere finiti qui e il calvario potrebbe essere solo agli inizi. In tanti sognano un giorno in cui la Triestina, a cui lo ricordiamo, i tifosi hanno ritirato la concessione del marchio (con tutte le ragioni del mondo) possa avere un’esistenza serena, lottare per un traguardo importante, salire di categoria e lasciare la Serie C. Una piazza senza pace, invece, è costretta a boccheggiare, resistendo a tempeste una dopo l’altra, di quelle che possono spazzare via tutto.
In questi mesi vi abbiamo dato conto passo dopo passo della trattativa per la cessione societaria del Calcio Padova. Non ce n’è soltanto una, come abbiamo potuto vedere, visto che Marcelo Figoli, imprenditore argentino proprietario di Burgos e Club Juventud al Biancoscudo ci ha fatto più di un pensierino. Ma Figoli, rappresentato da un noto studio padovano, è decisamente più indietro rispetto a Sebastiano Tevarotto, un padovano trapiantato a San Francisco che ha deciso con Primera Capital di provare ad acquistare il Padova. Mi si chiedevano nomi e cognomi, ed ecco i nomi e i cognomi, ogni promessa è debito. Con una peculiarità importante, ossia di voler investire nella squadra di calcio della città in cui è nato. Dovrebbe bastare questo, per mettere al riparo da avventurieri o persone poco affidabili, eppure Joseph Oughourlian, dopo aver a lungo tentennato, non sembra oggi intenzionato a cedere il club. A meno che l’offerta non venga rialzata, arrivando a 14 milioni e allora, forse, a quel punto, potrebbe arrivare la fumata bianca. Nel frattempo Massimiliano Mirabelli è giustamente sconcertato. Aspetta segnali dalla sua proprietà per capire come muoversi. Ha avuto un via libera con un budget di 7,5 milioni (ne aveva chiesti 10) e sta navigando a vista. Sta mettendo gli occhi su diversi buoni giovani (Harder, Silva, Di Maggio), sogna un colpo a effetto con più di qualche rischio (Papu Gomez), spera di ritrovare un Daniele Baselli senza problemi fisici, è al lavoro per costruire una squadra all’altezza. Il problema, se così si vuol definire, è il patron, che continua a non considerare il Padova una priorità (lo dimostra il budget stanziato per la B) e che oscilla fra volontà di vendere e rilanci solo apparenti. Se non si appassiona neppure dopo una promozione, quando dovrebbe appassionarsi? Quantomeno non si sentirà più raccontare la solita storiella che nessuno aiuta, che nessuno vuole il Padova, che compralo tu il Padova perché se se ne va Oughourlian la società sparisce. Una storiella, appunto, in attesa di capire se Alessandro Banzato più avanti scenderà in campo non solo per una sponsorizzazione di maglia, ma per qualcosa di più.
Più o meno quello che succede a Vicenza, dove sembra che senza Rosso non si possa esistere. Eppure il Padova esisterà anche senza Oughourlian e il Vicenza senza Rosso. Logico, proprietà capienti, come ha detto Giorgio Zamuner nel giorno della sua presentazione, non vanno lasciate scappare. Tocca al dirigente veneziano riportare in alto Vicenza e riabilitare Rosso nel mondo del calcio. Se Zamuner verrà lasciato lavorare, se verrà sistemato lo spogliatoio, se Gallo potrà fare quello che ha fatto a Chiavari in piena sinergia con la dirigenza, i risultati arriveranno. Se invece ci saranno interferenze, cominceranno i problemi. Ho molta fiducia in Zamuner e ho molta fiducia in Gallo, un carattere roccioso, che però si sposa perfettamente con un gruppo armonico e ben costruito. Il Vicenza, sarà noioso ripeterlo, ma nella prossima stagione avrà ancora una volta i galloni di favorita. Il suo avversario più pericoloso forse sarà il Cittadella, ma sarebbe davvero un’impresa riuscire ancora a risalire al primo tentativo come accadde dieci anni fa dopo la retrocessione. Il nuovo Brescia è tutto da scoprire, le altre nel girone non sembrano attrezzate per scalfire i biancorossi. Logico che, tutti a Vicenza faranno gli scongiuri. Ma questa è un’annata diversa e proprio quando il budget diminuisce potrebbe arrivare il traguardo tanto atteso.
A Trento si fatica fra un rinnovo e l’altro, ma finalmente il primo rintocco con Giannotti dovrebbe essere suonato. Rada forse andrà proprio a Vicenza, Di Cosmo chi lo sa, Aucelli deve solo decidersi a firmare. Poi ci saranno i nuovi arrivi, con una squadra da ricostruire e da forgiare. Bisogna fidarsi di Zocchi, che sta seguendo una linea precisa data dalla società e, in sinergia con Luca Piazzi, sta tentando di costruire un Trento diverso, che vuole stupire ancora.
Giovanni Stroppa è il nuovo allenatore del Venezia, sulla carta miglior scelta non avrebbe potuto esserci, soprattutto guardando il pedigree. Andrea Adorante può essere il primo colpo, il tutto mentre in uscita i gioielli di famiglia piacciono, a patto di andare incontro alle richieste societarie. Per Oristanio ci vogliono sei milioni, per Nicolussi Caviglia almeno 8-10 (a gennaio furono rifiutati 10 milioni dal Milan, per Idzes anche di più e l’Udinese ci sta pensando seriamente. A Verona è finita l’era Setti e la speranza è che Presidio Investors faccia vedere di aver preso l’Hellas non soltanto per galleggiare. La cessione di Coppola a 11 milioni è un altro capolavoro firmato Sogliano, a che a Verona ha trovato il suo habitat infilando un successo gestionale dopo l’altro. Sono contento della conferma di Zanetti. Meritava un’altra chance e la salvezza ottenuta ha avuto anche molti suoi meriti. Chiudo con il vero scandalo del momento, ossia la mancata riammissione del Caldiero. Il Brescia di Cellino, che dopo aver mandato all’inferno un club storico, presenta domanda d’iscrizione, cancellando di fatto la riammissione veronese. Uno scandalo vero e proprio, favorito da un regolamento delirante. Che va cambiato al più presto.
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