Audace Cerignola – Pescara 1-4: Il Delfino vede la finale, crollo pugliese nella ripresa
domenica 25 Maggio 2025 - Ore 22:16 - Autore: Staff Trivenetogoal
CERIGNOLA È una notte da dimenticare per l’Audace Cerignola e una serata da sogno per il Pescara, che espugna lo stadio Monterisi con un roboante 1-4 nella semifinale d’andata dei playoff di Serie C. Un primo tempo all’insegna dell’equilibrio e dell’intensità lascia spazio a una ripresa devastante dei biancazzurri, che mettono un piede e mezzo in finale grazie a una prestazione cinica, compatta e tecnicamente superiore.
PRIMO TEMPO – Tensione alta e reti bianche
Prima del fischio d’inizio, il minuto di silenzio in memoria del grande Nino Benvenuti, pugile e icona del cinema italiano, aggiunge un tono solenne al match. L’avvio è acceso: il Cerignola parte con aggressività, fedele al proprio nome, tentando subito di impensierire la retroguardia abruzzese. Plizzari è però attento e spegne ogni tentativo, compreso un pericoloso contropiede al 4’.
La gara è molto fisica, con diversi contatti e tensione palpabile. Dopo appena 7 minuti, il Pescara perde Pellacani per infortunio al ginocchio, costretto a uscire per far posto a Letizia. L’Audace spinge e al 15’ trova il vantaggio con Salvemini, ma il gol è annullato per fuorigioco dopo controllo VAR. La squadra di casa ci prova ancora con D’Andrea e Coccia, ma senza efficacia. Plizzari si esalta con un grande intervento su Salvemini al 29’, sebbene l’azione venga poi fermata per fallo.
Il Cerignola colleziona potenziali occasioni, ma l’ultimo passaggio e la lucidità sotto porta latitano. Ancora una rete annullata al 41’ (stavolta a Coccia) e altri fuorigioco frustrano i tentativi dei pugliesi. Le squadre vanno al riposo sullo 0-0, punteggio che riflette bene l’equilibrio e la tensione di un primo tempo più acceso che spettacolare.
SECONDO TEMPO – Il ciclone Pescara si abbatte sul Monterisi
La ripresa si apre con subito un cambio nel Cerignola: dentro Achik per D’Andrea. La partita si accende immediatamente con un’occasione per il Pescara, poi con la risposta fulminea dei padroni di casa: Achik si trova a tu per tu con Plizzari, ma l’estremo difensore abruzzese è ancora strepitoso.
Al 52’ il momento che potrebbe cambiare il match: rigore per l’Audace per fallo di mano di Letizia, confermato dal VAR. Dal dischetto va Sainz Maza, ma ancora una volta Plizzari è insuperabile. Passano pochi minuti e Achik colpisce il palo a porta spalancata: un segnale sinistro per i pugliesi.
Il Pescara sente il momento e colpisce. Al 66’ una ripartenza fulminea porta al gol di Meazzi, pronto a ribadire in rete dopo la respinta di Greco su Merola. È il preludio al crollo dell’Audace: al 72’ arriva il raddoppio, ancora con Meazzi, letale nel finalizzare un’altra azione da manuale.
Il Cerignola perde la testa e Capomaggio, espulso per doppia ammonizione al 77’. I cambi offensivi di Raffaele non sortiscono effetto, mentre quelli di Zeman (che ha lasciato un’impronta chiara nella filosofia del Delfino) fanno la differenza: Tonin, appena entrato, segna il terzo gol con il primo pallone toccato.
All’86’ un sussulto di orgoglio con la rete di Cuppone per l’1-3, ma dura pochissimo. Due minuti dopo è ancora Tonin a punire Greco per il poker finale: 1-4. Il settore ospiti esplode, il Pescara ipoteca la finale.
Conclusione – Plizzari eroe, Pescara spietato
L’Audace paga a caro prezzo la scarsa concretezza nel primo tempo e la poca freddezza nel momento decisivo della ripresa. Plizzari è l’uomo copertina con il rigore parato e almeno tre interventi decisivi. Il Pescara si dimostra maturo, organizzato e spietato, pronto a gestire con intelligenza il ritorno all’Adriatico.
La finale è vicina, ma nel calcio – si sa – nulla è impossibile. Anche se il Cerignola ora è chiamato a un’impresa quasi epica.
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