Südtirol, i perché del divorzio con Zauli e una macchia (di Bravo) che resterà
mercoledì 10 Agosto 2022 - Ore 00:03 - Autore: Dimitri Canello
(d.c.) Un esonero a una settimana dall’inizio del campionato è già di per sé qualcosa di poco comprensibile. Se fai una scelta, logica e buon senso vogliono che tu la difenda, più che mai se quella scelta è farina del tuo sacco e con quel tecnico ci hai già lavorato in passato. Quindi sai perfettamente chi è e cosa propone. Voltare le spalle al tuo allenatore al primo venticello contrario prima ancora che il campionato sia iniziato è una macchia brutta e poco onorevole che rimarrà con te anche se il suo sostituto dovesse essere il taumaturgo della situazione. Ci riferiamo a Paolo Bravo e alla sconcertante vicenda della separazione con Lamberto Zauli. La scelta, pur nascosta da un comunicato criptico e stringato, l’ha presa il ds biancorosso, spaventato da un inizio di stagione difficile, dalla sconfitta in Coppa Italia con la Feralpisalò e dalla brutta amichevole col Mantova. Bravo, a scanso di equivoci, nella circostanza è indifendibile. Ha scelto lui Zauli a inizio luglio, ha forzato la mano per convincere la società che fosse l’uomo giusto. Cosa pensava Bravo? Che Zauli fosse un clone di Javorcic? Un abbaglio non da poco, a parere di chi scrive. Se si voleva un clone del vecchio allenatore migrato a Venezia di certo non si doveva bussare alle porte della Juventus per farsi liberare un tecnico che aveva due anni di contratto con l’Under 23 e che ha accettato di mettersi in gioco per poi vedersi sbattuta la porta in faccia un mese e mezzo dopo il suo arrivo. Zauli non è un difensivista (che non è un’offesa) come Javorcic e ha un’impronta di gioco completamente diversa. Per questo i rumors che Pierpaolo Bisoli sia stato contattato per una serie di ragioni sono molto credibili, visto che il tecnico di Pirrotta Terme si avvicina molto di più all’identikit che cerca Bravo per mettere una toppa a uno strappo da lui stesso creato. Il mercato, di certo non entusiasmante, c’entra solo relativamente. Di certo Zauli meritava un trattamento diverso e di certo in Serie B il Südtirol e Bravo sono novizi che hanno tutto da dimostrare. Hanno cominciato male e l’augurio è di raddrizzare presto la rotta, perché altrimenti si rischia di farsi molto male a prescindere da come la si pensi sulla vicenda.
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