Calcio, Michele Serena racconta: tutto su Venezia, Padova e Vicenza
giovedì 8 Aprile 2021 - Ore 11:58 - Autore: Enrico Soli
Michele Serena fa le carte alle tre venete delle quali è stato allenatore: Padova, Venezia, LR Vicenza. Partiamo da quest’ultima visto che la sua carriera da allenatore al momento è ferma a quel 23 febbraio di due anni fa, quando al termine della gara persa al “Gavagnin” contro la Virtus Verona, si dimise da tecnico del L.R. Vicenza. “Ad Ascoli hanno perso una partita bruttina, ma mi pare che una stagione di assestamento fosse prevista dai programmi societari. Anche quando arrivai io (serie C 2018-19, ndr), l’obiettivo non era la promozione; era un fase di transizione societaria e l’anno degli investimenti per andare in B è stato il successivo. Conosco bene Magalini e Mimmo, che reputo un grande. Per l’anno prossimo so che Meggiorini ha rinnovato. Il destino di Longo e Yallow? Se non volessero confermarli, restano comunque giocatori appetibili sul mercato”.
Padova. “E’ dove me l’aspettavo, ma sarà difficile fino alla fine. Non ho visto la gara di Trieste, ma continuo a dire Padova perché dipende tutto ancora dai biancoscudati. Molto dipenderà anche dall’esito di Perugia-Triestina in programma domenica. Fatalità domenica all’Euganeo arriva il Gubbio, la squadra in cui da gennaio gioca in prestito mio figlio Filippo. L’altro figlio, Riccardo, sta giocando nell’Union San Giorgio Sedico e nelle ultime sei gare stanno andando molto: cinque vittorie ed un pareggio. Con loro non parlo di calcio: l’importante è che siano contenti”.
Venezia. “E’ la squadra che mi ha sorpreso di più. Si trovano molto più in alto rispetto alle proiezioni di inizio stagione. Anche a Ferrara, contro una squadra forte come la Spal, sono andati a giocarsela a viso aperto, così come a Monza e in altre occasioni: fa proprio parte del DNA di questa squadra”.
Inter. Sì, Inter, perché in casa Serena batte forte il cuore nerazzurro: “Non ho mai negato che giocare in questa squadra sia stato il coronamento del mio sogno di bambino. Quindi vederla ad un passo dallo scudetto dopo tanti anni non può che farmi piacere”.
Futuro. “Aspetto l’opportunità giusta per me. Sono da tanti anni in questo ambiente e so cosa voglio: non mi interessa la categoria, bensì poter andare a lavorare con il sorriso, trovare un ambiente fatto di persone con cui affrontare insieme le difficoltà quotidiane”.
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