Luparense, Finocchio si racconta: “Il calcio è passione, ma bisogna avere sempre un piano B”
martedì 30 Marzo 2021 - Ore 22:35 - Autore: Staff Trivenetogoal
Alla scoperta dei Lupi». Il secondo appuntamento della rubrica rossoblù, che di settimana in settimana va a scoprire e conoscere i protagonisti della Prima Squadra, è dedicato all’attaccante Francesco Finocchio.
Il giocatore classe ’92 è arrivato lo scorso dicembre nella famiglia dei Lupi e fin da subito si è messo a disposizione di Mister Zanini e dei compagni di squadra. Calciatore d’esperienza e di grandi capacità, ha un passato importante alle spalle, tra futsal brasiliano e calcio a undici. In carriera, dopo gli anni delle Giovanili nel Parma, ha vissuto il Professionismo tra serie C e B con i colori di Cremonese, Fondi Calcio, Feralpisalò, Trapani, Pisa, Pordenone, Padova, Pistoiese, Carrarese, Renate e Mantova. Da segnalare anche l’esperienza estera, nella massima serie slovena.
- Chi è Francesco Finocchio? RaccontaTi.
«Sono italo-brasiliano, mamma brasiliana e papà italiano. Sono cresciuto a Caserta e poi mi sono trasferito a Reggio-Emilia quando mi ha preso a giocare il Parma dove ho fatto tutte le Giovanili fino alla Primavera. Poi ho iniziato a girare. Il primo anno, dopo la Primavera, l’ho trascorso a Cremona nella Cremonese. Successivamente Feralpisalò e Trapani in serie B. Ho avuto un’esperienza in Slovenia, nella serie A, con la Nova Gorica. Dopo ho girato tanta serie C fino all’anno scorso quando ho fatto il primo anno di D, al Mantova. A gennaio di quest’anno l’arrivo alla Luparense FC».
- Cos’è per Te il calcio? Ripercorriamo gli anni delle Giovanili e l’esperienza al Parma.
«Per me il calcio è sempre stato una passione prima di tutto. È diventato dopo un lavoro. Ho capito che poteva diventare un lavoro quando sono cresciuto: a 18-19 anni nel Settore Giovanile del Parma quando sono arrivate le prime chiamate nelle Nazionali Giovanili. Prima il calcio è stato ovviamente un sogno come per tutti quanti i ragazzi. I miei genitori, però, mi hanno sempre fatto restare con i piedi per terra e mi hanno fatto sempre studiare. L’anno scorso mi sono laureato in Economia. Il calcio è bello: è uno sport bello, una passione, ti far stare bene. Penso però che i ragazzi giovani, quando iniziano a giocare, non devono vedere il calcio come l’unica fonte di sbocco della vita. Devono continuare gli studi e avere sempre un piano B».
- Veniamo al Tuo arrivo alla Luparense FC. Che gruppo hai trovato? Raccontiamo i primi mesi con la maglia rossoblù.
«Sono arrivato e mi sono trovato subito bene. I ragazzi mi hanno fatto ambientare subito. Sapevo di arrivare in una società ambiziosa. Infatti, la scelta è stata anche per quello. La squadra mi ha dato una grande mano ad inserirmi. È ovvio che quando arrivi in un gruppo nuovo nel calcio non è mai semplice perché ci vuole un po’ di tempo di adattamento. Però il calcio è anche uno sport molto veloce, rapido, e quindi devi essere poi anche tu in grado di saperti adattare ai compagni».
- Che obiettivi avete con la squadra? Come Vi state preparando in vista dei prossimi match e di questo finale di stagione.
«Questo è un campionato molto strano. Con il Covid è difficile porsi degli obiettivi a lungo termine. Ovviamente vogliamo sicuramente migrare la nostra posizione senza porsi dei limiti per questo finale di stagione. Tutte le partite che mancano devono essere considerate delle finali per poter arrivare più in alto possibile».
- Francesco, qual è il Tuo sogno?
«Adesso il sogno è riuscire a vincere il campionato qui alla Luparense e andare nei Professionisti. Spero di riuscirci presto. È ovvio che quest’anno non è semplice, però magari anche nei prossimi anni».
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