Emergenza Coronavirus, Zaia: “Qualcosa non torna: nonostante le restrizioni i contagi non calano. Superiori chiuse fino al 31 gennaio”
lunedì 4 Gennaio 2021 - Ore 13:59 - Autore: Giulio Pavan
Queste le dichiarazioni di Zaia in merito all’emergenza coronavirus: “Preoccupa che l’Italia è in ritardo di 2 settimane sulla curva epidemiologica europea. E questo nonostante le restrizioni: i contagi aumentano, ad esempio in Germania, e i nuovi positivi sono molti, la Gran Bretagna è balzata a 60mila nuovi infetti al giorno. Siamo obbligati a non sottovalutare la situazione, noi in Veneto abbiamo una situazione atipica: le curve non stanno crescendo, siamo in un altopiano, ma le curve, parimenti, non stanno calando nonostante questi 20 giorni di restrizioni che avremo al 7 gennaio. Restrizioni, zone rosse, regole, divieti: eppure il virus continua a circolare. Noi il virus inglese ce lo abbiamo, ne abbiamo la certezza, lo abbiamo trovato in più casi: non ha sintomi più gravi ma è molto più contagioso. Qualcosa non torna, le restrizioni servono ma nonostante questo i contagi non calano. Dobbiamo fare squadra, ridurre al minimo le occasioni di contagio, ha spiegato. Ma dove si contagiano i cittadini? Focolai familiari fra parenti non conviventi: in Veneto abbiamo molti casi di questo genere, e ricordare che se non si è conviventi, dal punto di vista sanitario si è degli estranei. Niente scuola fino a febbraio per i ragazzi delle superiori del Veneto. Viste le previsioni della situzione epidemiologica, non ci sembra prudente lasciarle aperte, la didattica a distanza è procrastinata fino al 1 febbraio. Il 7 non sappiamo che classificazione avremo, rischiamo di aprire le scuole giovedì e dover richiudere il venerdì quando escono le fasce. L’ordinanza riguarda solo le scuole superiori, non è una contrapposizioni rispetto al ministro Azzolina, noi tutti vorremmo le scuole aperte ma in questo momento non mi sembra prudente. Ci sono i positivi in isolamento “fantasma”: saputo del contagio, isolati a casa ma non contattabili. Questi soggetti non rispondono al telefono, a volte danno direttamente un numero sbagliato. «Abbiamo persone in quarantena che si danno alla macchia, che danno numeri di telefono sbagliati, che non si fanno trovare a casa: rispettate le regole, è una preghiera, la velocità di uscita dalla pandemia è direttamente proporzionale all’impegno dei cittadini. Io credo che sia cambiata la percezione del virus nei cittadini, rispetto alla prima fase. Abbiamo raggiunto una sorta di familiarità con il Covid, sempre rispetto a marzo, quando tutto era una incognita. Non stiamo vivendo, stiamo sopravvivendo in questi 10 mesi. Dopodiché si parla del senso civico dei cittadini.
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