Vicenza, Di Carlo racconta il suo ritorno in biancorosso: “Con Rosso, Magalini e i tifosi..motivazioni per 10 anni!”
mercoledì 13 Maggio 2020 - Ore 21:45 - Autore: Giulio Pavan
Durante la trasmissione radio curata dai ragazzi della Curva Sud Mimmo Di Carlo ha raccontato come è andato il suo ritorno a Vicenza, e queste sono alcune delle sue dichiarazioni: “Oggi siamo all’inizio, serve continuità per creare uno zoccolo duro. Sono serviti due mesi per conoscere i caratteri e caratteristiche, e oggi c’è una base, per noi tifosi so che c’è qualcosa per iniziare un ciclo. I cicli vanno consolidati e migliorati e oggi il Vicenza ha una base importante sia a livello tecnico che caratteriale, per me allenatore è fondamentale gestire giocatori con grande personalità, però bisogna stare sul pezzo e non pensare che tutto sia scontato perché nel calcio basta un errore per compromettere un mese di lavoro, per questo noi cerchiamo sempre di mantenere la concentrazione alta. Come è avvenuto il mio ritorno al Vicenza? Tutto nasce dalla scorsa stagione quando ci si aspettava che le cose andassero meglio, questa cosa probabilmente ha fatto scattare qualcosa a Renzo Rosso. Io ero al Chievo e sarei voluto rimanere, ma è successo che Magalini mi ha detto: guarda c’è l’opportunità di andare al Vicenza. Io ho risposto: “Oltre a Renzo Rosso, se ci vai te è l’unica possibilità perché ci possa venire anch’io. Poi quando Magalini ha firmato verso il 25 di maggio l’ho chiamato e gli ho detto: Sono proprio contento, la proprietà ha fatto una grande scelta e sono convinto che tu rifarai il percorso che abbiamo fatto insieme. Lui mi ha risposto: fra 3/4 giorni ti richiamo, so che vuoi rimanere al Chievo ma ti richiamo. Poi ho ho parlato con la proprietà del Chievo che mi ha risposto che doveva solamente cercare di iscriversi e se trovavo un’opportunità di motivazioni e ambizioni potevo andarmene. Quindi il 2/3 giugno mi ha chiamato Renzo Rosso che mi ha chiesto cosa ne pensassi, e gli ho risposto che per me sarebbe stata una grande responsabilità, ma anche motivazione. Il pensiero di avere la famiglia Rosso, Magalini, i tifosi… motivazioni ce ne sono per dieci anni! Inoltre Bedin è stato il collante, un grande lavoro con la comunicazione che passava solo tra di noi, ma non è stato difficile dire di sì.”
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