Vicenza, Scoppa: “Questa città non ha paragoni. E nel nostro gruppo ci sono persone bellissime..”
giovedì 26 Marzo 2020 - Ore 21:20 - Autore: Giulio Pavan
Queste le risposte di Federico Scoppa alle domande poste dai tifosi:
Che rapporto c’è con Liviero?
“E’ lo stesso rapporto che abbiamo con tutti i compagni, per me è un grande piacere giocare in questa squadra e giocare qui, sono tutti giocatori e persone bellissime”.
Che squadra tifi?
“Tifo il Boca, ho giocato lì ed ho vissuto 5 anni molto belli, quello stadio trasmette una grandissima energia. Sono argentino devo tifare per forza per il Boca”.
Che differenze ci sono tra gli stadi argentini e quelli italiani?
“Tutto il mondo parla della Bombonera perché lì è tutto vicino, la curva e la tribuna sono vicine al campo. In Argentina l’80-90 % degli stadi sono così, ti trovi le persone vicinissime, come succede anche qui a Vicenza, quando ci sono 10-15 mila persone è come se ce ne fossero 40 mila. In Italia, però, gli stadi sono più nuovi, in Argentina se scendi di categoria, la qualità dei campi cambia molto. Io come argentino sono innamorato del calcio italiano ed è bellissimo in tutte le categorie”.
Come è iniziata la tua carriera?
“Ho iniziato a giocare vicino casa, a 13-14 sono andato al Boca dove sono stato 5-6 anni, poi sono andato al Porto ma lì c’è stato un problema con il trasferimento e sono stato fermo 1 anno. Poi ho iniziato a girare in Finlandia, Ecuador, Cile, finché non sono tornato in Argentina. Negli ultimi 4 anni invece sono stato a Catania, poi al Monopoli e ora a Vicenza”.
Liviero è uno specialista dei calci di punizione?
“Assolutamente sì, è troppo bravo, soprattutto con la maledetta, lo abbiamo visto anche contro il Padova”.
Quale squadra ti ha più impressionato nel nostro girone?
“La Reggiana, ha un’idea di calcio, ha un buon palleggio, mi è piaciuta più di tutte”.
Cosa provi quando andate a cantare sotto la Curva dopo una vittoria?
“E’ un modo bello per poter ringraziare le persone che ci accompagnano nelle trasferte. Non è facile seguirci dappertutto, ci sono sforzi economici importanti da parte dei tifosi che lo fanno per l’amore nei confronti del Vicenza. Per noi è veramente bello poter condividere con loro questa gioia”.
Il giocatore più tecnico della squadra?
Non è una domanda facile, abbiamo tanti giocatori tecnici, come Pontisso, Cinelli, Rigoni, Giacomelli e molti altri”.
Che cos’è il Mate? Quando lo bevi?
“Di solito lo prendo al pomeriggio, è un’erba simile alla tisana, è un’abitudine argentina che abbiamo da anni”.
Come ti trovi a Vicenza?
“Mi trovo benissimo. Ho fatto un po’ di fatica all’inizio ad ambientarmi, sono straniero e poi venivo da tre anni al Sud, dove comunque è diverso. Ma ora mi piace tantissimo perché è una città tranquilla, si sta bene soprattutto per chi come me ha figli”.
Chi fa più casino in spogliatoio?
“Marotta, Giacomelli, Arma che sembra uno tranquillo ma non lo è, Saraniti…ma no dai sono tutti tranquilli (ride, ndr)”.
Chi è il trascinatore in campo?
“Abbiamo la fortuna di avere tanti giocatori di personalità. Se qualcuno non è in giornata, ce n’è un altro che spinge il gruppo”.
Ti trovi meglio nel centrocampo a 2 o a 3?
“Sono più abituato a giocare davanti alla difesa, ma anche a 2 non cambia moltissimo”.
Cosa pensi di fare nel post carriera?
“Mi piacerebbe rimanere nel calcio, perché è ciò che amo”.
Che differenze hai trovato tra il Girone C e quello B?
“Secondo me nel Girone B le squadre sono più corrette e cercano di giocare di più. Nel Girone C invece soprattutto le squadre più indietro in classifica, fanno partite più sporche, ci sono molti più contrasti e magari giocano con la palla sopra, giocando sulle seconde palle. Però la differenza è minima”.
Come ambiente preferisci Vicenza o altre squadre del passato?
“Sono in Italia da 4 anni, sono stato anche a Catania che è una piazza importante, a volte come ti trovi dipende molto anche dai risultati. Vicenza per me non ha paragoni, ho avuto una bellissima impressione fin da subito e sono felicissimo di essere parte di questo gruppo e di questa società”.
Come avete vissuto il periodo nel quale venivate da tre pareggi consecutivi?
“Eravamo tranquilli perché sapevamo di essere una squadra forte e sapevamo che avremmo meritato altri risultati in quelle gare. Poi a Cesena l’abbiamo dimostrato”.
Perché hai scelto il numero 4?
“C’è stata una votazione in squadra. Io di solito utilizzavo il 5 o l’8 che però avevano già Bizzotto e Cinelli e quindi ho scelto il 4”.
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