Triestina, Maracchi: “Progetto serio, possiamo puntare a un campionato di vertice!”
lunedì 9 Luglio 2018 - Ore 12:30 - Autore: Staff Trivenetogoal
Dopo la firma con la Triestina, il week-end l’ha passato a Wimbledon, fra i campi di tennis, un regalo ricevuto per i suoi 30 anni compiuti un mese fa. Dal prossimo fine settimana, Federico Maracchi sarà invece già al lavoro con l’Unione, con la squadra della sua città che ha ritrovato dopo un decennio passato a girare per l’Italia. Maracchi, oltre alla Primavera, con la Triestina all’epoca ci fu anche qualche minuto in serie B? «Sì, dopo esser cresciuto nella Polisportiva Opicina e nel San Giovanni, ci furono due anni di Primavera con la Triestina. Alla fine ero aggregato in prima squadra e Maran mi fece esordire nel finale dell’ultima partita di campionato ad Ascoli. Fu un bel regalo di fine stagione». E poi perché il rapporto con la Triestina finì? «Bella domanda, me lo chiedo ancora dopo tanti anni. Non c’erano problemi, sembrava una cosa scontata, poi invece mi hanno liberato. Tornai al San Giovanni, in Prima categoria, quindi da gennaio a Muggia in Eccellenza. Poi cominciarono le esperienze in D con Manzanese e Tamai».
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In questi anni gli amici triestini si sono fatti sentire?«Sempre. Qui ho fatto la Primavera e i primi anni non mi sono mai allontanato, quindi la compagnia di amici è rimasta quella delle superiori. E sono molto contenti». Anche perché arriva in una Triestina molto diversa da alcune che in questo decennio hanno fatto disperare i tifosi. «Sì, finora non c’erano le possibilità per tornare, c’erano società che non davano alcuna sicurezza. Ora c’è un progetto serio, Milanese ha le idee chiare, mister Pavanel lo conoscevo già e so cosa vuole».
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Sta nascendo un bel centrocampo. «Sì, Beccaro è bravo, per Coletti parla la carriera, ma tutta la squadra ha un’ossatura molto buona. Si potrà lavorare bene fin dall’inizio». Dove può arrivare questa Triestina? «Per me è una bella squadra che può puntare a far bene, direi un campionato di vertice, poi le annate dipendono da tante variabili, ma la base di partenza è buona».
(Fonte: Il Piccolo. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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