Vicenza, Botta: “Città ideale per un calciatore, giocarci è il massimo! E con Rosso…”
domenica 3 Giugno 2018 - Ore 12:15 - Autore: Staff Trivenetogoal
Ha giocato quattro stagioni a Vicenza, collezionando 150 presenze accompagnate da una decina di reti. Stefano Botta conosce bene la realtà vicentina, ma allo stesso tempo anche quella bassanese per aver disputato la scorsa stagione con la maglia giallorossa. «Un anno fa se mi avessero detto che sarebbe potuto succedere quanto è accaduto in questi giorni, con Renzo Rosso che acquisisce il Vicenza e lo unisce al Bassano, non ci avrei creduto. Invece nel calcio, come nella vita, può accadere di tutto e siamo di fronte ad una svolta che cambierà il calcio a Vicenza e a Bassano». Botta, che ha un contratto che scadrà il 30 giugno, sa già che non rinnoverà con la società giallorossa e non ritornerà quindi a Vicenza. «Le cose stanno così — conferma il centrocampista — a Bassano sono stato bene e ringrazio la società per avermi dato la possibilità di indossare la maglia giallorossa, ma nel prossimo campionato giocherò altrove. Di Bassano avrò sempre un buon ricordo: una società seria e organizzata, riconosciuta nell’ambiente e tra gli addetti ai lavori. Una realtà dove tanti vorrebbero venire. Figuriamoci adesso con la nuova realtà a Vicenza, una piazza che conosco bene e dove giocare è il massimo». Un salto importante per i dirigenti, collaboratori e giocatori che si trasferiranno in via Schio. «Si tratta di due realtà diverse — sottolinea il mediano di Como — Bassano per come l’ho vissuta io è più provinciale, con una struttura adeguata al contesto. Il seguito che c’è nella città del Grappa non è paragonabile a Vicenza dove la tifoseria vive di calcio e segue la squadra con numeri da serie A. Vicenza ha il grande pregio di lasciarti lavorare con serenità, la pressione si avverte in partita perché se sbagli due palloni i mugugni li senti eccome… Ma devo dire che Vicenza è la città ideale per un calciatore e credo che i miei compagni che vestiranno il biancorosso troveranno l’ambiente giusto per fare bene».
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(Fonte: Corriere dell’Alto Adige. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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