Vicenza, Zocchi: “Ci è stato detto che se fossimo retrocessi sarebbe stato tutto più facile: ci sentiamo un po’ traditi e sul Santarcangelo…”
venerdì 1 Giugno 2018 - Ore 00:41 - Autore: Staff Trivenetogoal
Moreno Zocchi, direttore sportivo uscente e licenziato come gli altri dipendenti del Vicenza Calcio, ha rilasciato un’intervista a TuttoC: “Meglio non dire nulla degli ultimi giorni, ne ho già passate troppe, lasciam stare. Speravo che il Vicenza ce la facesse e sono molto felice per i tifosi. Resta il fatto che siamo stati tutti licenziati a un mese dal termine della stagione, cancellando anche i contratti in essere per la prossima annata. È stato tutto preparato e se mi metto dalla parte di Rosso, avrei fatto anch’io la stessa cosa ma dalla nostra parte ci sentiamo un po’ traditi. So già come funziona nel calcio: ci diranno che dovremo stare zitti perché noi abbiam tradito la piazza per diversi mesi. Ma se le critiche vengono dai tifosi che ci hanno aiutato, pagandoci anche gli stipendi, le accettiamo, consapevoli di averli delusi per diversi risultati e atteggiamenti. Ma da altre persone no: questa squadra a gennaio è rimasta unita nonostante il 70% di loro potesse andare in categoria superiore. Tutto questo oggi non ci è riconosciuto, purtroppo devo dire per colpe nostre”.
Beffa per voi e per il Santarcangelo.
”Loro, poverini, sul campo si erano salvati, finendo ai playout per un errore veniale. E sono per giunta retrocessi contro una società che deve soldi a tutti, cioè la nostra, che non ha nemmeno finito l’anno. Bisognerebbe riammetterli in C senza nessun ripescaggio. Per me bisognerebbe cancellare le ultime due partite che hanno giocato con noi. Rimane, di sicuro, la felicità per noi e per i tifosi di esserci salvati. Ma ci è stato detto chiaramente che in caso di nostra retrocessione sarebbe stato tutto ancora più facile”.
Resta comunque un’annata assurda, sul campo e fuori.
”Una grande delusione, la squadra era stata costruita per arrivare minimo al quinto posto ma la situazione poi è diventata insostenibile e i risultati ne hanno risentito. Eppure all’inizio non era così: fino a ottobre eravamo primi in classifica, c’era grande entusiasmo, gli stipendi erano stati pagati. Poi, con l’ingresso di altre persone, è arrivato il casino più totale per quattro mesi: la squadra si allenava con le gambe ma non con la testa. Per questo da gennaio in poi abbiamo iniziato a pagare in termini di classifica.
Io sono comunque orgoglioso per quello che la squadra mi ha dato in sette mesi. Mi sarebbe piaciuto riuscire a estraniarla dai tanti problemi extra-calcistici ma purtroppo non ci sono riuscito per qualche mese. Ricordo, però, che siam stati per otto mesi senza società”.
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