Vicenza, le parole di Rosso e i tecnicismi giuridici dell’operazione: qualche dettaglio
venerdì 18 Maggio 2018 - Ore 14:10 - Autore: Dimitri Canello
Nell’editoriale di domenica sera avevamo promesso di soffermarci sugli aspetti giuridici e sui tecnicismi dell’operazione di unione fra Vicenza e Bassano di cui ha parlato Renzo Rosso nella sua unica intervista concessa sinora sull’argomento a Il Giornale di Vicenza. Detto che, considerata l’esposizione mediatica della vicenda e l’eco delle parole di Rosso, è impensabile che il patron, nel fare un’uscita simile non si sia parato le spalle dal punto di vista legale anche con la Figc, vale la pena ricordare in questa sede le sue parole: “Diventeranno una sola società e la stessa squadra di calcio. Non mi piace che si parli di fusione, ma di alleanza. Nel mio progetto nulla sparisce, nessuno può pensare o permettersi di cancellare e nemmeno offuscare la storia di due club così gloriosi. Come è già più volte avvenuto nel mio gruppo di moda anche stavolta le due realtà diventeranno un “unicum”, parti integrate di un progetto innovativo, nel quale il Vicenza e il Bassano avranno dignità e ruoli ben precisi”. E sin qui sembra che la cosiddetta “fusione” prevista dalle norme federali sia più lontana. Poi, però, Rosso spiega: “Voglio essere chiaro, la nuova squadra godrà del titolo sportivo del Bassano, in pratica giocherà nel campionato dove alla fine sarà iscritta la Virtus, e disputerà le partite casalinghe nel mitico stadio Romeo Menti. Per quanto riguarda la maglia da gioco sarà ovviamente biancorossa, ma metterò al lavoro i miei stilisti e designer di moda, perché studino una casacca dove accanto ai colori del Lane risalti anche l’accento bassanese”. Insomma, secondo quello che dice Rosso la categoria sarà quella del Bassano, senza tuttavia derogare dai colori biancorossi. A tutti gli effetti si sta parlando di una fusione, ma dal punto di vista tecnico ben difficilmente la Figc concederà il placet su queste basi. Quale può essere la soluzione giuridica scelta? L’articolo di 18 delle Noif (Norme organizzative interne federali) dice testualmente quanto segue: “5. Il trasferimento di sede è consentito alle seguenti condizioni: a) la società deve essere affiliata alla F.I.G.C. da almeno due stagioni sportive; b) la società deve trasferirsi in Comune confinante, fatti salvi comprovati motivi di eccezionalità per società del settore professionistico; c) la società, nelle due stagioni sportive precedenti, non abbia trasferito la sede sociale in altro Comune e non sia stata oggetto di fusione, di scissione o di conferimento di azienda”. In tal senso Vicenza e Bassano non sono comuni confinanti, ma non lo erano neppure Masi San Giacomo e Ferrara, al momento della fusione che portò alla rinascita della Spal nel 2013. Ed ecco il precedente (uno dei più eclatanti) con la soluzione scelta. La Spal rilevò il titolo sportivo della Giacomense che non si iscrisse alla C e spostò il suo campo di gioco al Mazza. Sarà questa la strada, magari col Bassano non iscritto alla C 2017-2018 e pronto a ripartire dalle categorie inferiori divenendo una sorta di squadra B di Vicenza? Nel caso del nuovo Mestre, Stefano Serena acquisì il titolo sportivo dell’Union Pro per giocare in D, per poi in un successivo momento girare quello dell’ Edo Mestre che si era ritirato dalle competizioni, in modo che l’Union Pro potesse continuare ad esistere ed a giocare in Promozione. Prima di qualsiasi sentenza, bisogna capire quale sarà la categoria di competenza del Vicenza nella prossima stagione. E poi probabilmente il quadro sarà più chiaro.
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