Triestina fuori dai playoff, le cause principali? La “pareggite” e la sterilità offensiva nel ritorno…
mercoledì 9 Maggio 2018 - Ore 13:00 - Autore: Staff Trivenetogoal
La Triestina ha chiuso la stagione con il quarto attacco del girone (46 reti), la nona difesa (36 gol al passivo) e la quinta miglior differenza reti (+6). Ma allora, è davvero il caso di chiedersi, come ha fatto a non entrare nei play-off? A parte che il calcio, ovviamente, non si può racchiudere tutto nei numeri, ci sono principalmente tre fattori che hanno determinato l’esclusione dell’Unione dalla top ten: il primo è la pareggite, il secondo è il crollo verticale del rendimento offensivo nella seconda parte di stagione (che si è ripercosso soprattutto nel rendimento esterno), il terzo è la mancanza di qualcosa che con le cifre non centra, ovvero quel mix di carattere, determinazione e aggressività che troppo spesso è mancato, soprattutto con le piccole.
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Si diceva della famosa pareggite: la Triestina ha fatto uscire ben 16 segni “x” su 34 partite (solo il Teramo ne ha fatti di più, 17, e non a caso è ai play-out). Dati che denotano le caratteristiche di una squadra capace di giocarsela alla pari con tutte e allo stesso tempo di non riuscire a mettere davvero sotto nessuno. Questo da una parte porta a un bilancio positivo, quello delle sole 9 sconfitte (solamente il Padova promosso ha fatto meglio con appena 5), che dice chiaramente che la Triestina non è mai stata messa sotto da nessuno, nemmeno sul piano del gioco. Ma c’è l’altra faccia della medaglia, il dato negativo: gli alabardati sono usciti dal campo vittoriosi in appena 9 occasioni, e nella classifica dei successi occupano mestamente il quartultimo posto. Il dato impressionante è che nel girone di ritorno, l’Unione ha vinto solamente 3 volte. Nel complesso della stagione, in casa la Triestina è addirittura penultima (solo il Vicenza ha fatto peggio) perché i tifosi al Rocco hanno visto vincere la squadra solamente 5 volte in 17 partite. Se la Triestina ha fatto sempre più fatica a vincere, è perché ha segnato sempre di meno. Anzi, rispetto al girone di andata quando aveva messo a segno la bellezza di 28 reti, in quello di ritorno gli alabardati hanno segnato esattamente la metà, appena 14 gol. E da realizzare 1,64 gol a partita, passare a segnarne 0,8 di media, c’è tutta la differenza del mondo.
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(Fonte: Il Piccolo. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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