Triestina-Vicenza, Princivalli: “Quest’anno i playoff, e il prossimo si punta alla promozione! Con o senza di me…”
venerdì 9 Marzo 2018 - Ore 13:00 - Autore: Staff Trivenetogoal
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Oggi a 38 anni Nicola Princivalli, ex calciatore professionista, cultore d’arte (trasmessa dalla famiglia), oltre duecento presenze in alabardato, sta seduto sulla panchina di quella Triestina resuscitata da un altro ex ragazzo che, con la scarpe con i tacchetti, partendo in alabardato, ha trovato fortuna (e parecchia) nella massima divisione calcistica. Mauro Milanese e Nicola Princivalli (oltre a tanti altri uomini dello staff) sono impegnati in un progetto al quale servono risultati ma che va al di là dei risultati: trasferire la loro passione per la maglia alabardata ai giocatori e soprattutto risvegliare quell’attaccamento alla squadra che Trieste ha sempre avuto ma che è da tempo in letargo.
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Con Milanese vi siete sentiti e poi?«Ho dato subito la mia disponibilità. L’anno scorso ho lavorato con Andreucci, quest’anno con Sannino. E poi è arrivata questa occasione inaspettata». Lei non ha mai allenato nemmeno i Pulcini. È una scommessa, si sente pronto? «Oggi il mio obiettivo è di fare l’allenatore. Ho studiato per questo, ho chiesto di fare il vice piuttosto che il tecnico delle giovanili. Devo fare ancora tanta esperienza e capire se posso e se so fare questo mestiere. Quando giochi, sin da giovane, capisci quello che sai fare e dove puoi arrivare. Allenare è diverso ma è un desiderio che avevo anche quando giocavo. In questo senso mi sento pronto».
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Come si comportano i suoi? «Per quanto mi riguarda possono anche chiamarmi per nome ma con loro sono stato chiaro: ora ho un compito diverso e diverse responsabilità. E devo dire che tutti sono stati sorprendentemente ricettivi in questo senso».
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Da giocatore il suo rapporto con i tifosi non è stato idilliaco, per usare un eufemismo… «Io in campo sono stato piuttosto irascibile. Ma solo con la maglia alabardata. Perché per me è una seconda pelle. E talvolta ho perso la bussola. Quando ho giocato a Messina e a Salerno per me era un lavoro. Qui no. È per questo che quando venivo insultato andavo fuori giri. Qualche altro compagno, più furbo di me, strumentalizzava i tifosi. Quelli che baciano la maglia per ingraziarsi la curva non mi sono mai piaciuti». E adesso? «Sono maturato e più tranquillo. Quando giocavo non sono stato bravo a trasmettere ai tifosi quella triestinità, quella passione, anche troppo impetuosa, che avevo dentro e che loro stessi sentono».
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«Oggi la società sta programmando una risalita. Quest’anno arriviamo ai play-off e costruiamo la mentalità, il prossimo ci si rinforza puntando alla promozione. Se si arrivasse in B ci vogliono degli anni di assestamento e consolidamento. Questo è il programma, con o senza Princivalli».
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«La Triestina deve essere una squadra sempre propositiva e aggressiva». E questo mancava con Sannino? «Giuseppe ha fatto un gran lavoro da ottimo professionista qual’è. Io non ho cambiato nulla: ho solo chiesto alla squadra di prendersi più rischi».
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(Fonte: Il Piccolo. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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