Inter-Pordenone, Lovisa: “Li faremo sudare! E a San Siro vogliamo tornarci in serie A…”
giovedì 7 Dicembre 2017 - Ore 10:00 - Autore: Staff Trivenetogoal
Mister Colucci ha appena finito di mangiare l’ottima crostata alla marmellata della cuoca Graziella, sta per portare i suoi all’allenamento del pomeriggio. «Non s’arrabbi presidente, Ausilio è fatto così…». Anche Mauro Lovisa, il “pres”, è fatto così. Da domenica sera gli rimbombano nella testa le parole del ds dell’Inter alla Domenica Sportiva. «La favola del Pordenone? Finirà» ha detto. Sprezzante. «Mister, la mia è una famiglia all’antica, di agricoltori, non dimentica», dice il “pres”. Alza il tono della voce. I giocatori del Pordenone dei miracoli e quelli delle giovanili, riuniti per il pranzo al centro sportivo De Marchi, struttura che invidiano anche squadre di due categorie sopra, si girano verso di lui. «Non succede, ma se succede…». Tanto alla Pinetina di Appiano Gentile Spalletti&Co prima devono pensare a sfidare la Juve sabato. Presidente, martedì giocate a San Siro gli Ottavi di Coppa Italia… «Non soffro di vertigini». Presidente suvvia… «Non soffro di vertigini. La squadra sta bene, andremo a giocare una partita gagliarda, li faremo sudare. Stiamo facendo la storia del club e della città. Grazie al calcio parlano tutti di Pordenone, lo chiami riscatto, fenomeno sociale, faccia lei…». E mercoledì mattina? «Torneremo qui a lavorare per continuare il progetto (si guarda intorno, mostra con orgoglio il centro sportivo ndr). L’obiettivo è tornare a San Siro in serie A. Ma intanto partiamo dalla promozione in serie B: dopo la beffa di maggio l’obiettivo è arrivarci in due campionati. Il Padova è forte, ma il campionato non è finito. Abbiamo ritrovato Berrettoni, il nostro Di Natale, e Gerardi il nostro bomber che sta recuperando: se non prenderemo il Padova ci penseremo ai play-off».
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Cosa dice ai suoi calciatori?«Che sono dei privilegiati. Da quando ho portato un mio giocatore che si era fatto espellere a vedere quante ore e come lavorano i miei dipendenti nei campi, qui tutti sorridono e nessuno si sogna a dire di essere stanco…».
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(Fonte: Messaggero Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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