Triestina-Renate, Mori: “E’ ora di regalare il primo successo casalingo ai nostri tifosi! E quell’ultimo minuto col Mestre…”
giovedì 28 Settembre 2017 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Era il 23 luglio, quando nel pieno del ritiro di San Vito di Cadore, Daniele Mori si procurò una lesione al ginocchio. Due mesi dopo, nel finale della partita di domenica a Portogruaro, il difensore centrale è finalmente tornato in campo. D’ora in poi potrà essere una pedina preziosa per il reparto arretrato alabardato. Mori, domenica scorsa l’atteso rientro e poi l’amara sconfitta: che ritorno è stato? «Ritornare sul campo dopo l’ennesimo incidente sfortunato che ho avuto, sul piano personale è stata ovviamente una cosa fantastica, ma sinceramente la soddisfazione per il mio rientro è passata in secondo piano per quanto è successo all’ultimo minuto». Già, cosa vi è mancato in quel momento? «In quel momento ci è mancato tutto, dovevamo stare tutti più attenti, compreso ovviamente io che ero appena entrato. Quando si prendono azioni di quel genere dopo aver recuperato una partita, bisogna farsi un esame di coscienza. Inutile recriminare sull’arbitro, siamo noi che non possiamo buttare via così dei punti».
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Da fuori, che Triestina ha visto nascere e crescere in questo periodo? «Ho avuto la fortuna di esserci fin dal primo giorno di ritiro, quando c’era una rosa molto diversa. Ma di sicuro ho visto un’evoluzione pazzesca della squadra, grazie ad allenamenti fatti sempre a ritmo di duemila all’ora e con la volontà di applicare i dettami dell’allenatore. Alcune volte, a parte Ravenna, siamo stati sfortunati, ma lavoriamo per migliorare, andare avanti e rimanere sempre umili».
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È l’ora di regalare il primo successo al Rocco ai tifosi? «Assolutamente sì, se la meriterebbero davvero una vittoria. Noi ci abbiamo anche provato ma finora non ci siamo riusciti. Speriamo con il Renate di prenderci una bella soddisfazione». A proposito di Renate, sembra la squadra rivelazione finora: come affrontarla? «Io preferisco analizzare gli errori commessi con il Mestre, lavorarci nel modo giusto perché a parte l’episodio finale, non avevamo fatto una bella partita. Siamo noi che dobbiamo scendere in campo umili e con cattiveria».
(Fonte: Il Piccolo. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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