Triestina, Mensah: “Era la squadra che volevo, ho fatto una scelta giustissima! E Sannino saprà…”
venerdì 14 Luglio 2017 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Fino a 16 anni, il calcio non gli interessava proprio. Poi, ad un tratto, l’esplosione di una grande passione vissuta, da quel momento in poi, in maniera totale. Tanto che Davis Mensah, nato a Bussolengo nel 1991 da genitori ghanesi e neo attaccante alabardato, sa benissimo che nella Triestina prima di lui in quel reparto ci sono stati bomber come Godeas e Granoche. Curiosamente, l’ormai ex attaccante della Virtus Vecomp stava per buttare fuori proprio l’Unione dai play-off con quella grande prestazione in finale. Ma dopo un mese e mezzo, si è ritrovato con la maglia alabardata addosso. Mensah, forse proprio quella prestazione è stata decisiva per l’approdo alla Triestina? “Quando ho giocato quella partita non immaginavo certo che sarei venuto a Trieste, sono davvero contento. Non so se stia stata decisiva, penso di sì, ma anche all’andata giocai abbastanza bene. Probabilmente però la società mi ha seguito anche durante l’anno, non credo si prenda una decisione su un giocatore solo per due partite. Però la Triestina è la squadra che volevo e credo che la mia sia una scelta giustissima”. Da cosa deriva questa convinzione? “Trieste è una bella piazza, con una grande storia e uno stadio fantastico: così belli in Italia ce ne sono davvero pochi, in serie A forse 5 o 6. E poi a Trieste ci hanno giocato bomber come Godeas e Granoche”.
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“Adesso penso proprio di aver trovato la società giusta per me. Non solo, anche l’allenatore giusto, capace di darmi quei nuovi stimoli di cui avevo bisogno. E Sannino credo sia l’uomo giusto con la cattiveria giusta, in senso sportivo ovviamente, che può insegnarmi tanto. Spero di dare tutto e di ottenere grandi obiettivi con questa società”. Preferisce giocare da punta o da esterno? “Per me l’importante è giocare, e per farlo farei anche il terzino. E io non penso ai gol, per me conta giocare bene per la squadra, perché alla fine se giochi bene automaticamente arrivano anche i gol. Esterno o seconda punta è uguale, l’importante è metterci il massimo impegno e aiutare la squadra”.
(Fonte: Il Piccolo. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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