Udinese, Pozzo non vende e rilancia: “Vogliamo crescere ancor di più, perché vincere qui è divertente!”
venerdì 26 Maggio 2017 - Ore 11:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Altro che brindisi con Red Bull! L’altra sera Gianpaolo Pozzo ha alzato un calice di vino friulano e per festeggiare il suo 76º compleanno ha spedito un messaggio chiaro al popolo bianconero. Non vendo l’Udinese. Anche se adesso ama definirsi soltanto un tifoso, il primo tifoso, anche se il “padrone del vapore” ora è formalmente il figlio Gino, il paròn resta la massima espressione della famiglia che scandito le tappe del calcio di casa nostra negli ultimi 32 anni. Mica uno. E Gianpaolo vuole aggiungere altre stagioni alla collezione, come ha sottolineato sul palco degli Udinese Awards, al termine della serata di gala che si è svolta allo stadio Friuli e che è culminata con un simpatico happy birthday condito di promesse. Anzi, di una promessa: «Vogliamo crescere ancora di più, perché in questa regione, in questa città quando si vince è davvero divertente». Praticamente una pietra tombale sulle continue indiscrezioni che nell’ultimo anno avevano punteggiato, a cadenze regolari, il cammino dell’Udinese. Soprattutto quelle legate alla bevanda che “ti mette le ali”: complici le prestazioni tutt’altro che esaltanti di inizio stagione, una parte della tifoseria aveva cullato l’idea di un passaggio di proprietà epocale: dai Pozzo al magnate della Red Bull, una voce che ultimamente – bisogna riconoscere – è passata quasi di moda, tanto che anche i media austriaci come Salzburg24.at che si occupano degli affari di Dietrich Mateschitz hanno sottolineato che in Friuli non farebbero salti di gioia con lui, alla luce delle vicissitudini societarie del Salisburgo, ora in disgrazia per colpa del nuovo gioiello RB, il Lipsia, club tedesco che si è qualificato per la prossima Champions.«Mio figlio Gino non sa stare senza calcio, è andato ad abitare a Londra e là si è trovato un altro club da guidare», aveva spiegato poco prima dei festeggiamenti lo stesso paròn, una frase che aggiunta alla promessa davanti alle candeline spente idealmente con tutta la squadra attorno è ancora più significativa.
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(Fonte: Messaggero Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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