Venezia, il top di Lega Pro sulle palle inattive. Ma il ‘mago’ Vio assicura: “E’ solo merito di Inzaghi!”
venerdì 24 Marzo 2017 - Ore 13:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Qualche esempio in ordine sparso: il gol determinante a Parma di Maurizio Domizzi in Parma-Venezia 1-2 al 91’; la zampata di Balzanzeddu al 90’ in Santarcangelo-Venezia 1-1; il sigillo di Domizzi a Teramo al 7’ del primo tempo; lo stacco imperioso di Modolo in Feralpisalò-Venezia 0-1; il colpo di testa al 91’ di Geijo su punizione di Bentivoglio che atterrò il Modena al «Penzo» sue settimane fa; i due gol a Bassano nel derby vinto 2-1 lunedì sera di Modolo e di Falzerano; il sigillo finale del 3-1 nella semifinale di Coppa Italia con il Padova griffato Fabiano. Cos’hanno in comune queste reti, oltre che aver regalato punti pesantissimi alla capolista Venezia? Oltre ad arrivare spesso nei minuti finali del match, sono tutte segnate su palla inattiva. E cioè su calcio di punizione o d’angolo. Non è solo casualità, dietro tutto questo e la percentuale più alta di realizzazione nei tre gironi di Lega Pro, c’è un lavoro maniacale di Filippo Inzaghi e gli insegnamenti ricevuti da «Superpippo» da parte di un «guru» della tattica: Gianni Vio, nato a Venezia nel 1953, già artefice delle fortune di Walter Zenga a Catania e di Vincenzo Montella a Firenze. Vio ha lavorato a stretto contatto con Inzaghi nel 2014 al Milan. Al momento non collabora col Venezia, eppure non può essere un caso che Inzaghi stia costruendo una parte consistente delle sue fortune nell’attuale campionato seguendo la traccia di Vio, che ha scritto anche un libro sulle palle inattive. «Non ho nessun merito in quello che sta facendo Inzaghi – sorride Vio, ultima esperienza in Inghilterra nel Brentford – Con Pippo ho un ottimo rapporto e ci sentiamo ancora, ma non c’è stata la possibilità di lavorare assieme anche quest’anno. Ora sto seguendo un progetto con un’agenzia inglese. Però il Venezia mi è caro perché da calciatore vestii il neroverde tantissimi anni fa, ma non voglio prendermi meriti che non ho. Certo, le palle inattive e lo sfruttamento dei calci piazzati sono un mio pallino. Con Inzaghi al Milan il legame fu ottimo e proficuo, gli auguro tutto il meglio. L’anno migliore? Fu con Montella a Firenze, segnammo 23 gol da calcio da fermo, la percentuale più alta d’Europa».
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E Vio lascia una porta aperta. «Non escludo di tornare a lavorare con Pippo – sorride – Ma al momento non c’è proprio nulla. E ribadisco: i meriti sono solo suoi».
(Fonte: Corriere del Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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