Udinese, Pozzo annuncia: “Vado in pensione, lascio tutto in mano ai miei figli!”
mercoledì 21 Dicembre 2016 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
La giornata è di festa, il sorriso un po’ stanco ma ben dipinto sul viso del patròn. Giampaolo Pozzo, 75 anni, stringe mani e scambia battute con i cronisti della stampa friulana nel giorno degli auguri di Natale. Sembra di buon umore, le tre vittorie consecutive aiutano. Poi, appena si accende la prima telecamera e la chiacchierata diventa ufficiale, annuncia: «Vado in pensione, ora continuano davvero solo i miei figli». Sia chiaro, Pozzo non lascia alcuna carica. Era ed è solo il patròn. Ma stanchezza e impegni gli impongono di comunicare la sua decisione. Non c’è una pensione da patròn, ma il senso è quello. «Resterò sempre un tifoso dell’Udinese – prosegue – e soffrirò per la maglia della squadra che amo. Ma ora hanno giustamente tutto in mano i mie figli».
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Ma i sogni non vanno in pensione, e allora Pozzo senior ne riserva uno per la settimana prima di Natale: «Da tifoso voglio vincere sempre e andare in Champions – ammette -. La voglia e l’ambizione ci sono, ma ci vogliono anche una serie di combinazioni».
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Infine le parole dolci riservate a Gigi Delneri: «È un ottimo allenatore, che da friulano ci mette oltre alla professionalità anche il cuore. Con lui mi piacerebbe fare un discorso a medio-lungo termine». Un pensiero, quest’ultimo, che cozza con gli obiettivi di un pensionato. E le ambizioni della Red Bull con uno sguardo su Udine? «Non ho mai assaggiato le loro bevande», scherza Pozzo.
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(Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
«Sono un pensionato». Dal punto di vista formale Gianpaolo Pozzo non aveva più cariche all’interno dell’Udinese dal 2014: ieri, durante il tradizionale brindisi con la stampa, ha confermato che intende farsi da parte anche a livello decisionale: «Resto sempre un grande tifoso, però».
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«È stata una bella avventura: nel calcio soffri, ma quando vinci sei contento, quando prendi un giocatore hai la curiosità di vedere quanto vale. Mi sono divertito e trent’anni sono passati a una velocità incredibile. Ora sono in pensione, ma la società continua, è in buone mani, in quelle dei miei figli che hanno più passione del padre e forse anche più tempo, visto che io avevo tante attività industriali, ero sempre in giro nel mondo e venivo nei fine settimana». L’Udinese non riparte, dunque, continua: «I miei figli hanno già programmato tutto al meglio. C’è una direzione che serve una società che ha tante altre mete da raggiungere. Io resto sempre un grande tifoso».
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E le voci sulla cessione alla Red Bull? «Non so neppure che bibita faccia, non l’ho mai bevuta: adesso facciamo un brindisi col Prosecco». Auguri.
(Fonte: Messaggero Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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