Venezia-Padova, Ferrari: “L’espulsione? Uscendo mi sono dato del ‘pirla’…”
giovedì 1 Dicembre 2016 - Ore 13:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
«Ho sbagliato, non dovevo reagire, mi è venuto d’istinto». Nicola Ferrari non si è mai tirato indietro, non ha mai cercato scuse, a due giorni di distanza dal derby l’attaccante del Venezia fa fatica a ritrovare il sorriso. «Ho capito di averla fatta grossa ancor prima che l’arbitro tirasse fuori il cartellino rosso, ma ormai era andata», ricorda Nicola Ferrari, espulso al 41’ del secondo tempo del derby, «me ne sono ritornato negli spogliatoi pensando che avevo fatto una cavolata. Mi era capitato una sola volta in carriera, e non ho giocato una manciata di partite, ma avrò avuto 20-21 anni. A quell’età ci può anche scappare la reazione».
[…]
Come è andato il derby. «Sconfitta che non ci sta, ma tutto ci ha girato storto dopo essere andati in vantaggio su autorete: la deviazione di Modolo, il rigore che non c’era, il palo di Soligo con la deviazione involontaria di Bindi in corner, le espulsioni. Se uno legge il risultato e non ha visto la partita, immagina un dominio del Padova. La squadra di Brevi ha pensato invece solo a difendersi, come fanno tutti quelli che vengono al Penzo. Dobbiamo diventare più bravi a scardinare questi muri».
[…]
(Fonte: La Nuova Venezia. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
—
«Ho sbagliato». Alla ripresa degli allenamenti dopo la sconfitta nel derby, ecco il «mea culpa» di Nicola Ferrari, l’attaccante lagunare espulso per proteste a 5 minuti dalla fine. «A 33 anni c’è ancora qualcosa che devo imparare — dice — mi dispiace davvero, ho lasciato la squadra in inferiorità numerica mentre stavamo provando a recuperare, e poi sarò assente nelle prossime due giornate. Cosa ho detto all’arbitro? Penso si sia visto abbastanza bene, ma è stato il gesto a essere troppo evidente, me l’ha detto in maniera chiara». Insomma una sciocchezza di cui lo stesso Ferrari si è reso conto appena uscito dal campo: «Io sono uno che fa autocritica, erano tredici anni che non mi facevo espellere. Mentre uscivo mi sono detto: che pirla…».Una serata da dimenticare in fretta, ma da cui trarre insegnamenti per il futuro, specialmente per quanto riguarda la gestione del nervosismo. «È un aspetto su cui dovremo lavorare, ogni volta ci diciamo di stare tranquilli e pensare a giocare, poi al primo episodio ci innervosiamo — continua Ferrari — non possiamo più permetterci questi errori, anche perché le squadre avversarie giocano su questo nostro limite».
[…]
(Fonte: Corriere del Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
Commenti
commenti