Udinese-Napoli, Di Natale: “Non so chi vincerà! Ma tiferò per i bianconeri…”
venerdì 18 Novembre 2016 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Senza Higuain. Soprattutto senza Di Natale. La sfida di domani sera alla Dacia Arena assume altri connotati, vengono a mancare i due giocatori più importanti della recente storia dei rispettivi club e, molto probabilmente, sarà assai difficile per partenopei e udinesi individuare chi saprà emularli. «La vita continua – dice Di Natale -. Nessuno è insostituibile, Napoli e Udinese dispongono di un grande attacco, saranno i vari Mertens, Callejon, Insigne, oppure Thereau e Zapata a decidere il match. I due bianconeri mi stanno impressionando, stanno andando davvero forte». Chi vincerà? «Francamente non lo so. Non c’è un favorito, ma prevedo che saranno 90′ elettrizzanti, intensi, spettacolari. Il Napoli è una grandissima squadra, ma l’Udinese ha ritrovato condizione fisica e mentale, nonché una valida organizzazione di gioco per cui giocherà senza alcun timore, nella consapevolezza di potercela fare». L’avvento di Delneri è stato provvidenziale. «Sta facendo un buon lavoro che è sotto gli occhi di tutti, ma nel calcio meriti e demeriti sono distribuiti equamente tra tutti i componenti di un club. È sempre stato così».
Il Napoli difficilmente potrà bissare il campionato scorso; il dopo Higuain pesa come un macigno. «Chi l’ha detto? È il collettivo la vera forza di una squadra. Mi rendo conto che Higuian è un grandissimo calciatore, ma anche Milik e Gabbiadini, che ora sta sostituendo il polacco, sono elementi di valore assoluto, per cui il Napoli continuerà a lottare per il vertice». Sarà presente alla Dacia Arena? «No, me ne starò a casa a Empoli con la famiglia, la partita la seguirò in poltrona datanti al televisore».
Per chi tiferà? «Per l’Udinese, ovvio, anche se sono nato a Pomigliano d’Arco come Cacia, Lodi, Montella. Da bambino però tifavo Napoli, giocavo a calcio nei rioni della città, in particolare nello spiazzo antistante il tribunale e quando nelle gare casalinghe avevo la fortuna di fare il raccattapalle al San Paolo mi emozionavo a vedere all’opera Maradona che sognavo di emulare. Ma l’Udinese rappresenta per me dodici lunghe, meravigiose stagioni nel massimo campionato, mi sono tolto non poche soddisfazioni, non ci sono dubbi, sono stati di gran lunga gli anni più belli della mia lunga carriera. Ho dato e ricevuto. A Udine sono stato davvero bene».
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(Fonte: Messaggero Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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