Chievo-Milan e l’intreccio che non ti aspetti: quando era tutto fatto per Bacca a Verona…
sabato 15 Ottobre 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Era quasi tutto fatto. Il Chievo aveva preso Carlos Bacca. Un milione e mezzo di dollari per l’intero cartellino. Un affare considerato che il Milan l’ha pagato trenta milioni di euro, un incognita sei anni fa quando Bacca non era quello di oggi e i punti di domanda restavano comunque parecchi. In Colombia si ricordano ancora della missione del Chievo, una delle tante per chi deve sempre giocare d’anticipo e cogliere l’attimo perché un minuto dopo l’obiettivo è già fuori portata. L’elenco è infinito. Il Chievo, sempre un passo avanti anche nel lavoro d’osservazione, aveva puntato Drogba, Ibrahimovic, Cavani, Perisic, Gervinho e tanti altri, campioni assoluti oggi ma normalissimi prospetti da ragazzi in una fascia d’età dove l’occhio delle grandi ancora non arrivava. Accade così anche per Bacca. Il Chievo l’aveva scovato e visto una prima volta a Baranquilla, a due passi dai Caraibi. […] Il Popular Junior sapeva che il Chievo era sulle sue tracce, così lo mandò in campo anche nella partita successiva che si giocò a Calì nonostante Bacca fosse reduce da una serata sopra le righe che di sicuro non era un grande spot promozionale per chi doveva vendere il suo gioiello. Magari anche al prezzo più alto possibile. Bacca però a Calì mostrò tutto il meglio del suo repertorio e segnò un gol straordinario tanto da fugare ogni dubbio. Compresi quelli del Chievo. Venticinque anni era l’età giusta, Bacca stava per sbocciare ma il mercato ha sempre mille variabili ed una piccola società aveva il dovere di prenderle tutte in considerazione senza trascurare alcun dettaglio. Ragionò proprio così il Chievo, che abbozzò con lo Junior Baranquilla un’ipotesi di prestito con diritto di riscatto che pareva il giusto compromesso in grado di mettere d’accordo entrambe le parti. La storia del calcio sudamericano è piena di potenziali ottimi giocatori diventati assolutamente anonimi in Europa e meteore in Italia. Quella nottata allegra di Bacca in più, riportata su tutti i giornali, era un altro campanello d’allarme che il Chievo volle ascoltare fino in fondo pur conservando l’intenzione di chiudere la trattativa. Lo Junior invece fece resistenza, bottega non facile da scalfire in Colombia come capì ben presto anche il Chievo per cui un investimento da un milione e mezzo era comunque rilevante considerati i rigidi parametri della società ed i fermi canoni di Veronello dove certi equilibri erano e restano sacri. Il tira e molla non durò molto perché alla fine non se ne fece nulla. Bacca restò in Colombia e gli osservatori del Chievo tornarono a Verona senza niente in mano. Di più però non si poteva fare. Di Bacca si persero le tracce ma era solo questione di tempo. […]
(Fonte: L’Arena. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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