Chievo-Milan, Cacciatore: “Sto bene, voglio esserci! E ce la giocheremo…”
martedì 11 Ottobre 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
L’ultima idea è un corso di cucina, ispirato da Cannavacciuolo che ha conosciuto di recente. Fabrizio Cacciatore è così. Presenza fissa dei social ma anche della fascia destra degli stadi della Serie A, dove è arrivato più tardi di quanto non racconta adesso il suo valore. A TeleArena come a Veronello, a «Lunedì nel Pallone» come al Bentegodi ieri sera. Col Milan ci sarà, dopo aver saltato il Pescara per un fastidio agli adduttori. «Sto bene, voglio esserci», assicura lui, l’uomo in più di Maran con cui il feeling scattò già ai tempi della Triestina. «Ero con lui a Varese, sono con lui adesso. Il mister è pratico, tratta tutti allo stesso modo, mira a far crescere ogni singolo elemento. E ormai mi conosce bene, sa che con me a volte ci vuole anche la bacchetta», confida Cacciatore, che ha dovuto aspettare i trent’anni e il Chievo per raggiungere il punto più alto. FIRMA IN ARRIVO. La sua sveglia suona presto, alle sette in punto. Ci sono Matilde e Melissa da portare a scuola, Veronello, la famiglia, un campionato da vivere da protagonista. La sua agenda è piuttosto piena. Non c’è tempo, tantomeno per seguire MasterChef. Fra tutti gli appuntamenti ne ha evidenziato uno su tutti, l’incontro con Campedelli per discutere del prolungamento di contratto già esteso di un anno, dal 2017 al 2018. «Fosse per me firmerei subito, Veronello ormai è la mia seconda casa. Sono pronto a restare per tanto tempo ancora», ammette Cacciatore, da piccolo mezzo tifoso dell’Inter ma soprattutto pazzo di Ronaldinho. FORMULA MAGICA. Il Chievo l’ha cambiato «perché mia ha dato quella fiducia che prima non avevo mai ricevuto, magari anche per colpa mia». Persino immarcabile adesso Cacciatore. Come a Udine «quando era Théréau che doveva inseguire me e non il contrario», come col Sassuolo «in un’altra grande vittoria di un percorso però solo agli inizi». Cacciatore adesso è un treno. Merito di una preparazione fatta come si deve a differenza di un anno fa, quando alla Samp era rimasto fermo sei mesi per due infortuni senza quasi mai vedere il campo. Altra musica a Veronello. La linea a quattro con Dainelli, Gamberini e Gobbi è diventata un ritornello quasi come quella dei Moro, D’Angelo, D’Anna e Lanna del primo Chievo di Serie A. Tutto parte da lì, dalle fondamenta. «Con compagni così non puoi che imparare tutti i giorni qualcosa, i nostri principi difensivi saranno anche solidi ma i primi meriti sono del lavoro degli attaccanti. Mai visto le punte correre così tanto come al Chievo», continua Cacciatore, poco prima che il calcio si faccia da parte per un attimo per dar spazio alla sua versione-social. «Tutto è partito quasi per gioco dall’amicizia con Inglese, con cui da quest’estate condivido la camera. I miei sono semplicemente momenti della vita di un ragazzo come tanti altri», il post di Cacciatore, domenica atteso ad una delle tante battaglie davanti al Milan. PIEDI PER TERRA. Gonfia il petto Cacciatore. Fiero come non mai. «Visto il calendario non avrei mai pensato che potessimo avere 13 punti dopo sette partite, la classifica è buonissima ma ce la siamo meritata fino in fondo. Ce la siamo giocata alla pari con tutti», sentenzia orgoglioso Cacciatore, per cui è pronto un contratto fino al 2020 ma anche un posto da titolare domenica sera. «Deciderà il mister, sono pronto a tornare ad allenarmi col gruppo», garantisce Cacciatore, che ad un certo punto regala un grande assist a Castro. «Sta andando oltre quel che mi sarei aspettato francamente. È arrivato in Italia da esterno d’attacco, ma il suo ruolo è proprio quello di mezzala», la fotografia di Cacciatore, come tutti sempre coi piedi per terra. L’ultimo sms racchiude l’ennesima sfida: «Attenzione, il Milan è sempre il Milan. Quindi una grande squadra, ma ce la giocheremo da Chievo. Vorrei fossimo salvi già a gennaio, per poi giocare liberi da pensieri. Per riuscirci però dobbiamo continuare a pedalare veloci. Sempre di più».
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