Pordenone-Venezia, l’analisi del “Corriere del Veneto”
domenica 2 Ottobre 2016 - Ore 14:30 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Prima sconfitta e addio alla vetta. Notte da dimenticare per il Venezia che in novanta minuti vive una doppia amarezza. Al Bottecchia di Pordenone la squadra di Pippo Inzaghi conosce il sapore della prima sconfitta stagionale che gli costa anche la vetta della classifica. La vittoria infatti permette ai «ramarri» di superare gli avversari e di accaparrarsi il primo posto a danno proprio dei lagunari. Il big match della settima giornata di andata del girone B di Lega Pro si decide su un’incertezza di Facchin, che non trattiene un tiro dalla distanza di Semenzato cambiando di fatto il corso della gara. Peccato, perché prima della rete subita il Venezia aveva dominato la partita, colpendo una traversa e creando diverse occasioni. Per il derby tra le prime della classe Inzaghi conferma le indiscrezioni della vigilia con la sola novità di Moreo in avanti come terminale offensivo in coppia con lo spagnolo Gejo. La regia è affidata al solito Pederzoli, ex della sfida, tra i più applauditi dal pubblico sugli spalti (1.500 presenti circa con circa 300 tifosi veneziani). Il 4-4-2 classico dell’ex punta del Milan si trasforma spesso in un 4-3-3, nel tentativo di sfondare sia per vie esterne sia per vie centrali. Nella giornata in cui tutte le altre pareggiano anche al Bottecchia è difficile creare occasioni e allora tocca a Moreo il primo tiro in porta dopo dieci giri di lancette. Il Venezia lentamente si conquista un predominio territoriale, spostando il baricentro in avanti e sfiorando al 17’ il gol con Marsura che dopo essersi fatto trenta metri palla al piede stampa un destro dal limite sulla traversa. La clamorosa occasione non fa altro che galvanizzare il Venezia che per quasi mezzora domina in lungo e in largo. Poi accade il patatrac che cambia il corso della gara. I padroni di casa restano momentaneamente in dieci: si fa male Buratto e Bruno Tedino è costretto al cambio. Mentre i friulani sono in inferiorità e senza aver mai creato problemi trovano il vantaggio inaspettato al 27’ con un destro di Semenzato dalla distanza che Facchin non trattiene. La papera è abbastanza clamorosa e si rivela una doccia gelata per Pederzoli e compagni, che sino a quel momento avevano condotto il match senza patemi d’animo. Dopo il vantaggio il Venezia accusa il colpo, perdendo in lucidità e brillantezza. Il Pordenone conquista metri e sfiora il raddoppio su punizione con Burrai che lambisce il palo. Al cambio di campo il tema tattico non cambia con gli arancioneroverdi a tentare di acciuffare il pari. Si fa male Domizzi, per lui problemi muscolari e Inzaghi deve mandare in campo prima Tortori, poi Ferrari. L’innesto della punta non cambia di molto il corso della gara, col Pordenone che agisce di rimessa e il Venezia che non riescono a riordinare le idee. Facchin sul finale si riscatta prima con una parata da antologia su Arma, poi con due interventi egregi su Cattaneo evitando la capitolazione lagunare. Gli assalti finali del Venezia non portano a grandi grattacapi. Bentivoglio sfiora il palo prima del novantesimo, il Bottecchia va in apnea per tutto il recupero ma alla fine può esplodere di gioia. E a cantare a squarciagola «Salutate la capolista» sono i tifosi del Pordenone.
(Fonte: Corriere del Veneto)
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