Pordenone-Venezia, l’analisi de “La Nuova Venezia”
domenica 2 Ottobre 2016 - Ore 14:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Poteva essere il sabato dei pareggi, a guardare i risultati del pomeriggio. Invece no, primo stop del Venezia, freccia e sorpasso del Pordenone, che chiude il big match sull’1-0 e, tanto per essere chiari e onesti, non ruba niente. Può essere una consolazione dire che il Venezia ha perso con la miglior squadra finora incontrata? Mah. Parliamo di sconfitta a testa alta, ma poco cambia. E dà un certo fastidio pensare alle circostanze (l’uomo in più, nonostante) nelle quali è maturato l’episodio decisivo. Ma andiamo con ordine. La fresca serata pordenonese si scalda presto. Primo tempo strano, le squadre sembrano quasi non voler svelare idee e moduli, trovare i numeri per indicare la disposizione è una sorta di caccia bingo, anche se l’elasticità tattica è un pregio, non un difetto. Burrai è un gigante davanti alla difesa, protegge ma soprattutto propone idee e palloni, pescando bene talvolta anche in verticale. Idem Pederzoli, che però ha meno supporto dai compagni. Detto questo, per venti minuti abbondanti brilla di più il Venezia, che timbra la traversa con Marsura (17’) e punge con inserimenti di Fabris e Moreo. Momento chiave al 22’: Buratto scatta e si stira, partita per lui finita, mentre Tedino fa scaldare due giocatori e gioca quasi 4’ in dieci. Qualcuno si chiede cosa aspetti a fare il cambio. La sua squadra ha un impulso di grande mentalità vincente: no al possesso sterile, al pallone messo fuori per il cambio, Semenzato si lancia in avanti, non trova contrasti e dal limite dell’area spedisce un destro sporco di rimbalzo che trova Facchin poco o niente reattivo: gol. Incassare un gol in superiorità numerica deve far riflettere. È la “sliding door” che cambia lo scorrere della sfida. Pordenone in cattedra, Venezia in difficoltà fino all’intervallo, neroverdi di quantità, Facchin fa una paratona al 41’ su Burrai e l’arbitro nemmeno se ne accorge perché non rileva il calcio d’angolo. Non gira bene, qualche minuto del secondo tempo e Domizzi esce con una mano sull’inguine. Non è uno scongiuro, sarà da sperare che non sia nulla di grave. Inzaghi piazza Tortori sui trequarti, Malomo centrale con Modolo, Fabris esterno di scarificio, e poi dentro anche Ferrari. Il tema diventa scontato, il Venezia riprende in pugno le operazioni, il Pordenone è messo benissimo e controlla le ondate arancioneroverdi, si fa vivo in contropiede e crea parecchie rogne. Occasioni vere e proprie quelle di Ferrari a metà ripresa – un po’ errore della punta e molto merito di Tomei – e poi una conclusione aerea del capocannoniere Arma, con straordinaria risposta di Facchin. Il portiere si distende anche sul bolide di Berrettoni al 33’ e pulisce la macchia del primo tempo. Fase finale con un buon Venezia, grande impegno, voglia dannata di arrivare al pari, ma il Pordenone è attentissimo. E il finale, con squadre lunghe e stanche risparmia il colpo di grazia. Rachid Arma, a secco ma gran giocatore, arriva solo davanti a Facchin ma si fa ipnotizzare dal portiere che ridiventa eroe. Peccato, anche perché proprio ieri sera il Venezia ha ritrovato il calore dei tifosi. Ma il campionato è ancora lungo, come dicono gli allenatori.
(Fonte: La Nuova Venezia)
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