Pordenone-Venezia, Ingegneri: “Se vinciamo pensiamo in grande, ma se perdiamo…”
venerdì 30 Settembre 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Calma, torna «Inge». Il Pordenone aveva bisogno del «laureato» della difesa e Andrea Ingegneri si è rimesso in sesto proprio in vista del big match del Bottecchia. Tirato a lucido, negli occhi la voglia di spaccare il mondo, il romagnolo tornerà al fianco di Mirko Stefani. Ed è già carico come una molla. «Battiamo il Venezia e pensiamo in grande», dice. «Perdiamo e non cambia niente», ragiona. Ma non lascia il credo che il Pordenone ha fatto suo: «L’errore più grande – afferma analizzando il match – sarebbe quello di attendere l’avversario. Ci schiaccerebbe. Non dobbiamo subire, ma giocare come se di fronte ci fossero Maceratese o Teramo. Insomma, fare il Pordenone». Guai però a parlargli dell’essenzialità della sua figura nella difesa neroverde. «Non sono d’accordo con questa tesi – replica Ingegneri -: tutti siamo indispensabili e Parodi ha fatto bene, crescerà molto. La linea arretrata non si è comportata male». In realtà la sua assenza si è notata, eccome. «Mi ha dato fastidio non esserci contro il Parma – ammette -. Stavo bene e un piccolo infortunio mi ha fermato all’improvviso. Adesso sono a posto, pronto a tornare. Sceglierà l’allenatore». Il Venezia fa paura: «Come si fermano gli attaccanti di Inzaghi? Non lo so – sorride -, ma so che dovremo essere bravi e intelligenti per contrastarli. Solo con una prova di forza collettiva, e non esclusivamente della difesa, riusciremo a fare risultato. Geijo ha grande forza e tiro, gli esterni hanno una grande gamba. Ferrari è simile ad Arma. Noi ci affidiamo molto a Rachid: ci tiene alti e fa sembrare tutto facile. Il Pordenone credo sia già oltre le aspettative. In ritiro mi ero accorto che si sarebbe potuto costruire qualcosa di buono, ma non pensavo di partire così forte. Possiamo anche fare meglio del 2015-16. Non vedo l’ora di giocare questa grande partita. Sogno un gol, come Domizzi, sarebbe bellissimo». Infine un messaggio alla città: «L’anno scorso tornavo spesso a casa, quest’anno resto qui, nella mia seconda città».
(Fonte: Gazzettino)
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