Chievo, Nember: “Balotelli? Sarebbe venuto volentieri e noi eravamo pronti ad accoglierlo, ma…”
martedì 27 Settembre 2016 - Ore 14:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
C’è mancato poco. Mario Balotelli e il Chievo sono stati davvero vicini. Parola di Luca Nember, ieri sera in diretta a TeleArena a «Lunedì nel Pallone»: «Sarebbe venuto volentieri e noi eravamo pronti ad accoglierlo nel migliore dei modi. Ci ha frenato l’ingaggio, ma il gradimento suo ce l’avevamo già», racconta il diesse del Chievo, che aveva convinto in fretta Balotelli, suo allievo ai tempi delle giovanili del Lumezzane ma alla fine troppo costoso per prendere sul serio la strada di Veronello.Nember va fino in fondo: «Il presidente era emozionato, lui lo voleva e il suo rendimento a Nizza dice che Campedelli aveva ragione. Sta facendo benissimo, questo vuol dire che adesso per noi è davvero irraggiungibile. Lo conosco bene, ci vediamo a volte. È ragazzo buono, al di là delle apparenze. Anche umile direi. Avesse voluto rilanciarsi in una piazza tranquilla il Chievo sarebbe stato il posto giusto. Peccato». Capitolo chiuso. Da Balotelli a Napoli. Non s’accontenta Nember. Salvezza come parola d’ordine, «ma a Napoli qualcosa in più potevamo fare. Dobbiamo crescere e cercare di non partire mai battuti. Invece siamo stati subito puniti da un paio di errori evitabili. Dispiace, perché nel secondo tempo la partita abbiamo provato a farla noi», la fotografia di Nember, vicino a Stefano Ghirardello e Tommaso Chiecchi, ex del Chievo di qualche tempo fa e suo giocatore ai tempi di Lumezzane. RITORNO MANCATO. Ha appena visto l’Atalanta vincere a Crotone, col suo Paloschi tutto il tempo in panchina. Ci aveva provato Nember. «Non mi aspettavo tornasse subito in Italia, il suo sogno è sempre stato la Premier League. Due chiacchiere con lui le abbiamo fatte, le parole costano poco. Abbiamo cercato di capire se potesse davvero tornare, invece poi ha scelto Bergamo», ammette Nember, reduce da un’estate strana, perché il vero colpo, in generale, è stato riuscire a trattenere il blocco di sempre e i migliori. In primis Castro, desiderio della Samp. «Abbiamo confermato 19 elementi, ma il mercato più difficile è stato far capire a certi giocatori che anche noi abbiamo determinati progetti. Inoltre abbiamo confermato Maran, che era finito sotto gli occhi di tante squadre di Serie A. Lo ringrazio ancora una volta per aver creduto nelle potenzialità del Chievo. Se è un allenatore da grande squadra? Risultati alla mano può fare un percorso importante. Intanto deve stare qui, poi si vedrà», l’altolà di Nember, che nel pomeriggio aveva ricevuto la brutta notizia dello stop a Cacciatore ma anche ritrovato Izco «con la giusta cattiveria e con grande voglia di giocare, così sarà un’arma in più per Maran». GOL IN ARRIVO. Balotelli è lontano ormai, il Chievo ha scelto di andare avanti con quelli di sempre ma non per mancanza di alternative. Nonostante il tentativo di arrivare ad Osvaldo, nonostante la voglia di inseguire Borriello. «Di un attaccante c’è sempre bisogno – premette Nember – ma noi abbiamo veramente voluto puntare su quelli che avevamo già in rosa. Chiaro che al di là del lavoro che svolgono per la squadra devono segnare pure qualche gol, ma sono sicuro che arriveranno anche quelli. Il mercato a gennaio? L’obiettivo è non cambiare nulla, vorrebbe dire che abbiamo fatto le scelte giuste». SENZA FRONZOLI. Sempre coi piedi per terra Nember, con la salvezza costantemente al primo posto: «Anche a me piacerebbe vincere lo scudetto, ma davanti abbiamo squadre con budget diversi. Attenzione, perché al di là delle prime otto tutte devono pensare soprattutto a restare in Serie A. Sono contento del record di abbonamenti, qualcosa si sta muovendo e questo ci fa piacere. È un ulteriore segnale positivo. Credetemi, bisogna essere contenti di quel che stiamo facendo». Le due vittorie prima del Napoli l’hanno reso ancora più orgoglioso del suo Chievo «perché ad Udine abbiamo reagito alla grande e perché il Sassuolo, prima di noi, aveva perso in partite ufficiali solo con la Juve». C’è anche un Chievo giovane, oltre a quello degli ultratrentenni. C’è Bastien «uno cercato anche da club europei importanti, uno di quelli che rappresenta il nostro futuro». C’è soprattutto il Chievo di Luca Campedelli «perché tutti passano, ma lui resta sempre al suo posto.È un ottimo dirigente, anche se vive un po’ troppo al Bottagisio. No dai, scherzo. Lui è la miglior garanzia possibile per il presente e il futuro».
(Fonte: L’Arena)
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